Last updated on Maggio 5th, 2021 at 09:30 am
Ci siamo mai davvero chiesti che male faccia il CoViD-19? Il mondo è paralizzato, da mesi e mesi. Da più di un anno brancoliamo tutti nel buio pesto. Più ne parliamo (a vanvera) e meno ne sappiamo. Eppure tutti abbiamo una ricetta in tasca, un consiglio non richiesto pronto all’uso, una soluzione che nessuno proverà mai.
Quanto male fa il CoViD-19? Un numero enorme di morti. E allora?
Forse che le malattie non facciano morti? Forse che la morte non sia il destino di ogni essere umano? Forse che la si possa gabbare, la morte? Il cavaliere Antonius Block ci ha provato, ma ovviamente non ci è riuscito. Il suo scudiero, Jöns, nemmeno ci ha provato e la morte lo ha preso senza che lui si accorgesse davvero di avere vissuto.
Ma Block, al termine di quella sfida impari e improba che non avrebbe mai ovviamente potuto vincere, ha capito. Con la mente e con il cuore. La morte è destino e passaggio. Provare a evitarla è sciocco perché non ci si può strutturalmente riuscire. Allora bisognerà guardarla dritta negli occhi, perché essa verrà e gli occhi che avrà saranno i tuoi.
Piango tutti i morti del CoViD-19 perché piango alcuni dei morti del CoViD-19 che sono miei. Miei morti. Gente che conoscevo, cui volevo bene. Ma così accade sempre a causa del male, per via della malattia. Sembra invece dalla tivù parolaia che la morte l’abbia inventata il CoViD-19.
Quanto male fa il CoViD-19? Tanto, tantissimo. Ma serve esorcizzare il nuovo coronavirus con l’aglio e il paletto di frassino per poi venire travolti da un’autobotte lungo la via? Guarire dal CoViD-19 per prepararsi alla prossima malattia mortale? Dunque, per contro, non vale la pena nemmeno di combattere?
Niente affatto. L’unica cosa che davvero preme fare è la cosa più preziosa di tutte, il tesoro di sempre: avere equilibrio. Guardare le cose per il volto che hanno e affrontarle cons serenità. Vita e morte, assieme.
Quanto male fa il CoViD-19? Tantissimo, e dunque? La vita è così. Ma il CoViD-19 o qualsiasi altro male causano ancora più dolore se ci illudiamo di poterli ingannare. E allora niente, buttiamoci a testa bassa in pancia al mostro. Sfidiamolo, combattiamolo, facciamo noi male a lui. Almeno moriremo contenti. I medici da par loro, i bottegai come si conviene alla categoria, gli uomini tutti tutti da uomini.
Sicurezza o libertà? Il dilemma atavico è in realtà un sofisma. Non c’è l’una cosa senza l’altra. E dunque, ancora e sempre, equilibrio. Ma soprattutto serietà di fronte alla vita e di fronte alla morte, unica l’una quanto l’altra, occasione irripetibile la prima così come la seconda, un senso dell’altra. Servono coraggio e lucidità: ossia ciò che il nostro mondo sembra proprio avere smarrito fra i cuscini del sofà per poi correre sgangherati come polli senza testa per sfuggire impossibilmente all’ineluttabile.
Ci sarà un mondo del dopo-CoViD-19. Forse. Ci sarà solo se ci sarà qualcuno a costruirlo. Finché però starnazzeremo di paure insulse produrremo solo paralisi.
A Miami, per esempio, hanno provato, molto empiricamente, a mandare a nozze sicurezza e libertà. Ci sono riusciti? Ci sono riusciti in modo imperfetto come sempre accade all’uomo, ma per certo non si sono lasciati passare la vita addosso e la morte solo accanto. È per questo che vogliamo parlarne. Per questo volgiamo parlare di tante altre cose importanti ancora.
Vi aspetto, nel secondo pomeriggio di oggi. Non tardate. Altrimenti non saprete mai quanto male fa davvero il CoViD-19.