Last updated on Febbraio 17th, 2021 at 12:57 am
Nei tedeschi è ancora vivido il ricordo delle prigioni per dissidenti politici o presunti tali in Germania dell’Est. È per questo che a molti ha fatto correre un brivido lungo la schiena l’istituzione di centri di detenzione riservati a chi viola l’isolamento dovuto al CoViD-19.
I centri
La notizia è stata diffusa dapprima dal Welt: per una migliore gestione della pandemia alcuni Länder stavano valutando di punire con la detenzione in strutture ad hoc chi, dopo ripetuti richiami e sanzioni pecuniarie, si rifiutasse di stare in quarantena. È così che i funzionari del Baden-Württemberg e del Brandeburgo il mese scorso avevano già individuato dove ubicare questi centri, rispettivamente in un’ala di un ospedale e in un campo per rifugiati. In Sassonia, invece, era stato già predisposto il luogo in cui accogliere gli ostinati violatori della quarantena: si tratta di una zona recintata all’interno di un campo profughi. Il primo Länder a passare dalle parole ai fatti è stato lo Schleswig-Holstein, dove il 2 febbraio scorso il primo di questi centri è diventato operativo, nella località di Neumunster. Ovviamente l’istituzione di questi centri comporta un dispiego di agenti.
Tutto lecito
Nulla di cui scandalizzarsi, secondo Christoph Degenhart, esperto in Diritto amministrativo contattato dal Welt: tali misure non sarebbero anticostituzionali, in quanto previste dallo scorso decreto per l’emergenza sanitaria stipulato dal Bundestag. In base a questo testo, i governi statali hanno il potere di trattenere le persone per violazione delle norme sulla quarantena. La legge, approvata in marzo, è stata poi rinnovata in novembre. Il ricorso alla reclusione sarebbe, inoltre, una extrema ratio ordinata da un tribunale.
Le polemiche
La liceità giuridica di tale misura non fuga tuttavia le perplessità. Joana Cotar, deputata di Alternative für Deutschland (AfD), ha commentato su Twitter postando l’articolo del Welt: «Qualcuno deve aver letto troppo Orwell e aver detto: Fantastico, facciamolo!». Ci si chiede se siano davvero così tanti i trasgressori della quarantena da giustificare la creazione di questi centri. Forse una misura talmente drastica è pensata in chiave futura, quando il prolungamento delle restrizioni potrebbe generare insofferenza nella popolazione e un aumento delle violazioni.
Nuove restrizioni
D’altronde la Germania sta attuando misure severe per contenere la diffusione del CoViD-19. Apertura delle scuole rinviata ancora e addio alle mascherine di stoffa; le persone sono tenute a indossare nei negozi, sui mezzi pubblici e nei luoghi di lavoro maschere Ffp2 o Nk95. Il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha recentemente affermato che le nuove varianti del virus rappresentano «l’oscura nuvola di un pericolo molto serio» per cui sarebbe un errore abbassare la guardia. In tanti ritengono però altrettanto pericoloso perdere la libertà e scivolare verso un sistema totalitario. Polemiche nel Paese teutonico erano avvenute già l’estate scorsa, quando il distretto di Hannover aveva inviato una lettera ai genitori di bambini in quarantena ventilando l’ipotesi, in caso di impossibilità di isolare i piccoli in casa, di trasferirli in strutture adibite. Lo stesso giornale Welt, nei giorni scorsi, ha riportato di uno scambio di e-mail che rivelerebbe la richiesta del ministero dell’Interno tedesco a un gruppo di scienziati di pubblicare dati falsi sul CoVID-19 per giustificare le restrizioni.
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