Un altro atto di vandalismo ha colpito un cartellone pubblicitario pro-vita dell’Ontario, in un altro incidente allarmante e provocatorio che le forze dell’ordine stanno trattando come un crimine d’odio.
La pubblicità, sostenuta da Lambton Right to Life (LRTL), un’organizzazione pro-vita, è stata profanata e incendiata il 18 agosto.
Questa è la quinta occasione di danneggiamento intenzionale del cartellone pubblicitario che si trova lungo una strada nella Contea di Lambton, in Ontario.
La pagina Facebook di Lambton Right to Life condivide le immagini del cartellone danneggiato, che originariamente mostrava i messaggi “Scegli la vita” e “Prendi la mia mano, non la mia vita”, insieme alle immagini commoventi di una madre che culla il suo bambino e della mano di un neonato che si protende per stringere la mano di un genitore.
I sospetti hanno manipolato il cartellone, sostituendo la parola “vita” con “morte” e bruciando alcune sezioni delle immagini.
Anche il pneumatico di un cartellone mobile è stato dato alle fiamme.
A quanto pare, l’attacco al cartellone non è un attacco isolato.
Il diacono John Lammers, Presidente di LRTL, ha detto che questo cartellone è stato oggetto di distruzione costante nel corso degli anni, compreso un precedente atto di incendio doloso che lo ha ridotto in cenere.
Inoltre, hanno sperimentato casi in cui i loro pannelli sono stati rimossi e un raid organizzato guidato da attivisti pro-aborto.
Nonostante i ripetuti attacchi al messaggio esposto sul cartellone, Lammers ha espresso il suo impegno incrollabile per la lodevole causa della vita, promettendo di riparare e ricostruire il cartellone.
Ha sottolineato che tale ostilità è una parte anticipata del loro sforzo di creare una cultura che valorizzi la vita in una società sempre più nichilista.
Incidenti come questi non sono estranei agli attivisti pro-vita dell’Ontario.
La veglia 40 Giorni per la Vita di Toronto è stata precedentemente attaccata e derubata dei suoi cartelli da un uomo anonimo.
Inoltre, un giudice dell’Ontario ha recentemente autorizzato il proseguimento di una causa contro un utente di TikTok pro-aborto che stava sfruttando le piattaforme digitali per disturbare le loro veglie di preghiera.
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