L’Australia continua a essere all’avanguardia nella promozione dell’agenda transgender tra i più piccoli. Negli ultimi diciotto mesi lo Stato di Victoria e il Territorio della Capitale australiana hanno introdotto leggi che minacciano il carcere ai genitori che difendano il sesso biologico dei propri figli. E la legge dello Stato di Victoria è in grado di scoprirli e di perseguirli anche se spostano i figli in un altro Stato della federazione.
Una legge analoga è stata ora proposta anche nel Nuovo Galles del Sud, primo firmatario il deputato indipendente Alex Greenwich. Il suo «Equality Bill» è ad ampio raggio e, tra le altre disposizioni, comprende l’autoidentificazione di genere (con tutto ciò che ne consegue nello sport e nell’uso dei sanitari pubblici), la cancellazione dell’obiezione di coscienza per motivi religiosi (con conseguente ricaduta sulle scuole cristiane) e il carcere per i genitori che vogliano impedire la transizione di genere – interventi chirurgici compresi – per i figli.
Greenwich ha lanciato un appello trasversale a tutte le forze politiche affinché collaborino al disegno di legge. Secondo quanto riferisce il sito Binary, sia i Liberali sia i Laburisti australiani sostengono l’ideologia gender tra i minori e pertanto il disegno di legge Greenwich non dovrebbe incontrare molte difficoltà.
Da parte propria i Verdi vorrebbero che il sistema sanitario si facesse carico di tutte le transazioni mediche onde rimuovere quelle che vengono descritte come barriere economiche e che in realtà danno ai bambini il tempo di riconsiderare interventi chirurgici irreversibili.
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