Archie come Tafida?

L’Alta Corte britannica interviene oggi nella vicenda del dodicenne in coma, cui in un primo momento aveva stabilito di interrompere i supporti vitali

È prevista per oggi, lunedì 11 luglio, a Londra, la nuova udienza nell’Alta Corte britannica per il caso di Archie Battersbee, il dodicenne in coma dal 7 aprile a causa di un incidente avvenuto nella casa di famiglia, a Southend, nell’Essex.

Ricoverato inizialmente nel Southend Hospital, il giorno successivo Archie viene trasferito al Royal London Hospital di Whitechapel, dove purtroppo non è mai uscito dal coma. Il 26 aprile, l’ente del Servizio sanitario nazionale che gestisce l’ospedale avvia un procedimento nell’Alta Corte di Giustizia di Londra, con la richiesta di sottoporre il bambino all’analisi del tronco cerebrale.

Il 13 maggio, il giudice Emma Arbuthnot stabilisce che Archie sia sottoposto a tale esame approfondito e il 16 maggio i medici specialisti tentano di somministrare i test di funzionalità del tronco encefalico, senza riuscirci poiché il ragazzo non risponde alla stimolazione dei nervi periferici, preventiva dell’analisi vera e propria.

Dodici giorni dopo, il 25 maggio, si tiene una nuova udienza per stabilire se debba essere condotta una ulteriore risonanza magnetica (MRI), cui i genitori di Archie non vogliono consentire per il timore legato allo spostamento del figlio, la cui situazione permane delicatissima.

Il 27 maggio, il tribunale dichiara la necessità della MRI, che viene eseguita 31 del mese e che decreta, per il ragazzo, lo stato di morte cerebrale, come ufficializzato dal giudice dell’Alta Corte il 13 giugno, insieme alla prospettiva di interrompere ogni trattamento.

La settimana successiva, il 20 giugno, la famiglia di Archie ricorre in Corte d’Appello, chiedendo una nuova valutazione del caso e, fortunatamente, mercoledì 29 ottiene per il figlio il mantenimento dei supporti vitali, nell’attesa dell’udienza di oggi, quando i giudici dovranno determinare il «miglior interesse» di Archie.

«iFamNews» attende la sentenza con il fiato sospeso. «Ancora una volta sarà l’Alta Corte britannica a emettere la sentenza di vita o di morte su un minore: Charlie Gard (2016-2017) e Alfie Evans (2016-2018) furono sacrificati dal medesimo tribunale. Nel 2019 invece Tafida Raqeeb è stata risparmiata e la sua vicenda a lieto fine sta portando molto frutto».

Nel nome della piccola Tafida i genitori, Mohammed Raqeeb e Shelina Begum, hanno fondato nella capitale britannica la Tafida Raqeeb Foundation, con lo scopo statutario di aiutare i bambini che si trovino nelle medesime condizioni della figlia. «Perché a tutti i bimbi colpiti da lesione cerebrale va data (a differenza di quanto avviene in molti ospedali pediatrici del Regno Unito) la “possibilità di continuare a vivere”», come ha dichiarato Shelina Begum il 17 maggio, a Roma, durante la presentazione ufficiale della Fondazione in Senato.

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