Nella Repubblica Ceca, le unioni civili fra persone dello stesso sesso sono legali dal 2006, con un’ampia serie di diritti connessi a tale normativa.
Oggi, però, questo non basta e il 7 giugno è stata presentata nella Camera bassa del parlamento una mozione che intende modificare il Codice civile e rendere legale nel Paese il “matrimonio” same sex. Non è ancora stato stabilito quando la mozione sarà votata ma in ogni caso il presidente, Milos Zeman, l’8 giugno ha subito affermato che vi porrà il veto, benché ciò possa non risultare risolutivo visto il parere favorevole della maggioranza dei partiti presenti nella Camera dei deputati.
Attualmente, nella Repubblica Ceca le coppie di persone dello stesso sesso possono stipulare un legame di partnership ufficiale e godere di determinati diritti, fra cui quelli inerenti alle eredità e all’assistenza sanitaria e carceraria, simili a quelli delle coppie sposate eterosessuali. Gli emendamenti proposti di recente, invece, fornirebbero diritti aggiuntivi, tra cui la condivisione di proprietà comuni, la pensione di reversibilità fra conviventi e l’accesso a cure familiari alternative. Soprattutto simbolicamente, essi darebbero la patente di uguaglianza alle coppie dello stesso sesso e a quelle eterosessuali.
Anche in questo caso, così come in altri Paesi, però, la questione riguarda solo marginalmente proprietà o denari, ma sempre più chiaramente si gioca su un campo differente: quello dell’adozione di minori.
La mozione infatti prende il via dalla vicenda di una famosa snowboarder di nazionalità ceca, Šárka Pančochová, che ha adottato negli Stati Uniti d’America, dove ciò è legale, la figlia della “moglie”, di nazionalità statunitense, ma che avrebbe perso i diritti genitoriali se fosse tornata nella Repubblica Ceca, la quale non ammette l’adozione se pure internazionale da parte di coppie di persone dello stesso sesso. In dicembre, un emendamento che avrebbe reso legale tale modalità di adozione non è passato nel Senato.
Secondo la Bibbia della rivendicazione LGBT+, cioè la mappa dei “diritti” arcobaleno monitorati dall’organizzazione di attivisti ILGA Rainbow Europe, la Repubblica Ceca si posiziona piuttosto in basso nella classifica, con uno share del 26%, dietro per esempio a Slovacchia e Ungheria. L’Italia, con il 25%, si troverebbe ancora al di sotto del livello ceco.
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