Anche in Lituania si fa strada l’ipotesi dell’istituzione delle unioni civili fra persone dello stesso, nonostante nel Paese il 70% dei cittadini adulti abbia affermato, durante un sondaggio d’opinione condotto l’anno passato, di esservi contrario.
Il mese scorso, infatti, il parlamento ha ammesso alla discussione un disegno di legge che vorrebbe introdurre il partenariato omosessuale nell’ordinamento giuridico del Paese, esprimendo 70 voti favorevoli e 52 contrari. Nel maggio 2021 un tentativo simile era stato respinto dal parlamento, con una differenza di appena due voti.
Ora invece la proposta di legge entrerà in discussione, pur con l’opposizione di numerosi deputati che temono, fra l’altro, che si possa trattare di un primo passo verso una versione più “spinta” e compiuta, un vero e proprio “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.
Attualmente, l’articolo 38 della Costituzione lituana stabilisce che «il matrimonio è permesso con il libero consenso reciproco di un uomo e di una donna». Il “matrimonio” same sex è invece esplicitamente vietato dall’articolo 3.12 del Codice civile, il quale afferma che «il matrimonio è permesso con una persona del sesso opposto». Le unioni civili sono ammesse, ma in via esclusiva per le coppie eterosessuali.
Anche i vescovi della Conferenza episcopale lituana si oppongono al nuovo disegno di legge e in una lettera ai fedeli hanno invitato i parlamentari a votare contro la proposta, citando le parole del 2016 di Papa Francesco con cui il Pontefice afferma che «[…] le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso non possono essere semplicemente equiparate al matrimonio».
«Il disegno di legge sulle unioni civili propone essenzialmente ciò che Papa Francesco ci esorta a non fare», hanno scritto, «cioè equiparare le unioni di fatto e le unioni omosessuali al matrimonio. Non possiamo sostenere questo disegno di legge, che distorce e svaluta i concetti di matrimonio e famiglia»
I vescovi hanno affermato, inoltre, che l’unione civile potrebbe essere «un cavallo di Troia» che porta al matrimonio civile.
La Lituania è un Paese a maggioranza cattolica e con una normativa che risale al 2005 vieta la «[…] discriminazione basata sull’orientamento sessuale nei settori dell’occupazione, dell’istruzione e dell’accesso ai beni e servizi». La violenza contro le persone LGBT+ e le minoranze è vietata esplicitamente dal Codice penale del Paese, nella sezione 170.