Aborto, soldi a pioggia dai finanziatori statunitensi

I conti dei donatori, sbandierati online, svelano sovvenzioni enormi alla «cultura di morte»

David Packard (1912-1996), vicesegretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America dal 1969 al 1971, magnate della tecnologia, uno dei fondatori della celeberrima Hewlett-Packard, azienda di tecnologia leader nel mondo, con la moglie Lucile (1938-1987) ha dato vita nel 1964 anche alla David and Lucile Packard Foundation, ente di beneficienza forse benemerito se non fosse che, alla voce di spesa «salute riproduttiva», figura come un finanziatore sfegatato dell’aborto.

In particolare, nella situazione attuale in cui la famigerata sentenza Roe vs. Wade, del 1973, che ha reso l’aborto non illegale a livello federale negli Stati Uniti, creando un numero impressionante di nascituri uccisi nel grembo materno, rischia di finire a gambe all’aria per decisione della Corte Suprema federale.

E allora, via alla promozione della «kill pill»: aborto farmacologico, mifepristone+misoprostolo, una telefonata al centro di telemedicina prescelto e via, senza nessun problema la pillola abortiva viene spedita a domicilio. Senza controllo rispetto all’età della madre, magari una ragazzina sola senza alcun supporto degli adulti; senza riguardo alla sua volontà, magari quella di una donna abusata, vittima di un partner violento; senza attenzione alla sua salute, senza sapere assolutamente nulla né di lei né del suo bambino né delle condizioni di entrambi.

I dati sono a disposizione di chiunque voglia leggerli, sul sito web ufficiale della Fondazione: oltre 3 milioni e mezzo di dollari statunitensi, solo negli ultimi cinque mesi. Elargiti alla sezione del New England del celebre abortificio Planned Parenthood, per esempio, ma anche a DKT International, organizzazione sedicente senza fini di lucro che propone la fornitura della pillola abortiva attraverso un fornitore internazionale, la Aid Access, con sede in Austria, che spedirebbe la «kill pill» in tutti gli Stati dell’Unione, anche quelli che per legge hanno vietato pratica.

Se fosse possibile stabilire una classifica dell’orrore, si potrebbe aggiungere addirittura che DKT International, oltre alla pillola abortiva a domicilio, propone anche la fornitura di aspiratori manuali per praticare l’aborto, simile alle pompe per bicicletta di italiana radicale memoria, da inviare su furgoni collocati ai confini degli Stati “proibizionisti” qualora la Corte invalidasse davvero la Roe vs. Wade. Lo chiamano, tra l’altro, «aborto sicuro» e come sempre ci si chiede per chi. Non per i bambini nel grembo, né per le loro madri, questo è certo.

Del resto, David Packard era un convinto assertore delle teorie “neo-malthiusiane” in base alle quali la popolazione mondiale, troppo numerosa e invadente, doveva per necessità essere contenuta, attraverso l’aborto e altre metodologie, al fine di scongiurare il caos totale per l’umanità. La solita, schifosa, «cultura di morte».

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