Aborto, assalto alla roccaforte di San Marino

L'aborto lì è illegale, ma il referendum del 26 cercherà di cancellare persino l'obiezione di coscienza, permettendo la mattanza fino al nono mese

Vita

Last updated on Settembre 13th, 2021 at 03:23 am

San Marino (275 ca.-366) era un tagliapietre di origini dalmate. Fuggì dalla persecuzione scatenata dall’imperatore romano Diocleziano (244-313) contro i cristiani, trovando rifugio sul Monte Titano. Oggi su quella stessa altura sorge una piccolissima repubblica intitolata in suo onore, la Repubblica di San Marino. Questo minuscolo Stato rappresenta ancora un rifugio, ma per i concepiti. È uno dei pochissimi in Europa, infatti, in cui l’aborto è vietato, con l’unica eccezione del pericolo di vita della madre. Questa peculiarità potrebbe però essere cancellata: il 26 settembre si svolgerà infatti un referendum, indetto dall’Unione Donne Sammarinesi (UDS), per decidere se abbattere quella difesa.

Il quesito referendario

Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi tentativi di introdurre l’aborto mediante istanze d’arengo (richieste popolari) o progetti di legge tuttora pendenti nel parlamento sammarinese. Ora si tenta quindi la via referendaria. Il quesito che i cittadini si troveranno di fronte il 26 settembre recita: «Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la 12a settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia il pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?».

Aborto fino al nono mese

«Siamo preoccupati perché il quesito è piuttosto generico», dice ad «iFamNews» Antonella Mularoni, avvocato e notaio sammarinese, già giudice della Corte europea dei diritti umani, Segretario di Stato per gli Affari esteri e Capitano Reggente di San Marino (Capo di Stato). In primo luogo la Mularoni, esponente del Comitato «Uno di noi» per il «no» al referendum, rileva l’assenza di un limite temporale per molte casistiche, dunque a San Marino si potrebbe arrivare ad abortire fino al nono mese di gravidanza. «È inaccettabile, anche se vi fossero anomalie o malformazioni del feto. E il riferimento alla salute “psicologica” della donna rende il margine di arbitrio per consentire l’aborto tardivo molto ampio e pericoloso».

Anche per le minorenni

Se il referendum fosse approvato, la palla passerebbe poi al parlamento della Repubblica. Due sono attualmente i progetti di legge pendenti in materia che hanno molti punti di convergenza, spiega ancora la Mularoni. Uno è stato presentato nel 2019 proprio dall’UDS e prevede la possibilità di abortire anche alle ragazze di età compresa fra i 16 e i 18 anni, e in alcuni casi anche al di sotto i 16 anni, senza il consenso né dei genitori né di un tutore o del giudice. «Quindi i genitori saranno tenuti a firmare la giustificazione per l’assenza da scuola ma per l’aborto la ragazza potrà fare tutto da sola. In un momento della sua esistenza in cui più che mai avrebbe bisogno di non essere lasciata sola».

Obiezione di coscienza in pericolo

Ma non basta. «Il progetto restringe fortissimamente l’obiezione di coscienza», racconta. «Prevede addirittura che dall’entrata in vigore della legge l’ospedale di San Marino possa assumere solo personale abortista». «È una discriminazione terrificante», osserva la Mularoni, perché «ovviamente anche nella nostra Carta costituzionale è prevista la libertà di coscienza». Inoltre, aggiunge, «questa discriminazione costringerebbe a vaccinarsi tutti i nostri giovani medici e più in generale il nostro personale sanitario non abortista, in quanto a San Marino esiste un’unica istituzione ospedaliera, che è pubblica, nella quale non potrebbero prestare la loro attività lavorativa in quanto non potrebbero essere assunti».

Il rischio «turismo abortivo»

«È chiaro che il legislatore, qualora fosse approvato il quesito referendario, potrà mettere qualche paletto», prosegue la Mularoni, «ma è altrettanto chiaro che le intenzioni delle proponenti del referendum sono queste». Intenzioni che, se dovessero compiersi, darebbero a San Marino una legislazione sull’aborto molto più permissiva di quella italiana. «Il rischio è che si andrà così a generare un “turismo abortivo” da altri Paesi», dichiara l’avvocato.

Le iniziative pro-vita

La posta in gioco è molto alta. La campagna referendaria a San Marino ha inizio oggi e si concluderà due giorni prima del referendum, il 24 settembre. E stasera comincia anche la campagna per la vita del Comitato «Uno di noi» con interventi di membri del comitato e ospiti, per chiudersi il 24 sera. Una tappa intensa è quella del 14 settembre, quando al Cinema Concordia di Borgo Maggiore è prevista la proiezione di Unplanned, il commovente film contro l’aborto basato sulla storia vera di Abby Johnson La sua visione potrebbe smuovere più di qualche coscienza in vista del referendum.

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