Last updated on Febbraio 22nd, 2022 at 03:38 am
Il National Maternity Hospital (NMH) di Dublino, capitale dell’Irlanda, il grande ospedale specializzato in ostetricia, sorge all’incrocio fra Holles Street e Lower Mount Street, nella zona centrale della città.
Dal 2013 è in corso un progetto per trasferirlo al più ampio e spazioso campus di Elm Park, a sud della città, appartenente al St. Vincent’s Healthcare Group, proprietario fra l’altro del St. Vincent’s University Hospital. Attraverso la St. Vincent’s Foundation i terreni sono di proprietà di un ordine religioso cattolico che risale al 1815, le Suore di carità d’Irlanda, le quali acquistarono il sito nel 1834 per edificarvi un ospedale riservato alle donne. Inizialmente, nel 1835, contava 12 posti letto.
Le Suore di carità dovrebbero trasferire la proprietà dei terreni di Elm Park a un ente indipendente, che a propria volta li affitterà allo Stato per il nuovo sito dell’ospedale. In pratica li regalano.
Neppure tanto basta però per essere grati e rispettare il famoso detto secondo cui «a caval donato non si guarda in bocca». Infatt, l’accordo tra l’NMH, lo «Health Service Executive» (HSE) cioè il Servizio sanitario nazionale e il St Vincent’s, che deve ancora passare al Gabinetto irlandese per l’approvazione, sarà modificato per includere disposizioni specifiche atte a garantire che le procedure nel nuovo ospedale comprendano «tutto ciò che è consentito dalla legge irlandese».
Inclusi, casomai non fosse chiaro, contraccezione, sterilizzazione e aborto, che il nuovo ospedale, edificato sui terreni delle suore, sarà tenuto legalmente a praticare.
La necessità di specificare tali clausole deriva direttamente dall’origine cattolica della donazione. Il timore espresso dalle voci critiche rispetto all’accordo è precisamente questo, che le procedure contrarie all’insegnamento della Chiesa Cattolica possano non essere assicurate nel nuovo NMH che sorgerà sui terreni donati dalle Sisters of Charity. Addirittura Micheál Martin, leader del partito Fianna Fáil, e Taoiseach, cioè capo del governo della Repubblica d’Irlanda, governo attualmente di coalizione con Fine Gael e i Verdi, ha insistito sul fatto che «[…] non può esserci parvenza o addirittura percezione di influenza religiosa nel nuovo ospedale».
L’accordo sarà inserito in un memorandum governativo che a breve sarà esaminato dai ministri e solo allora potrà iniziare il processo di appalto. I contratti definitivi per la costruzione dell’ospedale saranno soggetti ad approvazione separata da parte del Gabinetto. Chissà se, ora di allora, alle suore sarà ancora concesso di pregare il rosario.
Commenti su questo articolo