Abolire il diritto all’obiezione di coscienza

È ciò che vorrebbe imporre in Croazia il deputato Anka Mrak-Taritaš, per assicurare libero accesso all'aborto nelle strutture ospedaliere

Anka Mrak-Taritaš

La prima mappa interattiva completa con dati sull’accesso all’aborto in Europa è stata pubblicata in settembre dal Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi (EPF) e dalla International Planned Parenthood Federation (IPPF), ormai arcinota ONG abortista. Si chiama Abortion Atlas e colloca la Croazia nella parte bassa di questa classifica odiosa, con un punteggio del 60%.

L’aborto è stato reso legale nel Paese con una legge che risale al 1978, in epoca jugoslava, ed è praticabile sino a 10 settimane di vita del bambino nel grembo materno. Gli ultimi dati di un’analisi a lungo raggio che si possono reperire risalgono al 2018 ed evidenziano un calo nel numero delle cessazioni della gravidanza nell’arco temporale 2000-2015.

Forse per questo motivo, negli ultimi giorni, il deputato Anka Mrak-Taritaš, presidente del partito Alleanza Liberale Civica (GLAS), ha dichiarato l’intenzione di avviare una procedura parlamentare che obblighi il governo a garantire l’accesso all’aborto in tutti gli ospedali croati. Secondo la Mrak-Taritaš, tale accesso sarebbe al momento ostacolato, come ha affermato in conferenza stampa, denunciando come a suo avviso le norme legali che consentono il diritto all’obiezione di coscienza siano «piuttosto fluide» e possano essere interpretate in modo ampio.

Si tratta di un vero e proprio attacco all’applicazione del diritto all’obiezione di coscienza, considerato il principale ostacolo all’accesso all’aborto nelle istituzioni sanitarie in Croazia, in perfetto allineamento con le ultime uscite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Anka Mrak-Taritaš durante il dialogo con i giornalisti ha presentato i dati raccolti dalla sezione croata della ONG Platform for Reproductive Justice. Tali dati mostrano che, per l’anno 2020, su 29 istituzioni sanitarie pubbliche autorizzate a praticare aborti, otto non li hanno garantiti grazie al diritto all’obiezione di coscienza del personale medico. Diritto, questo sì, assolutamente e totalmente sacrosanto.

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