350 cristiani ammazzati in due mesi, embè?

La mattanza dei cristiani nigeriani continua nell'indifferenza totale. La denuncia di "Intersociety"

Image by Open Doors Australia

Il mondo guarda altrove. No, non è colpa del coronavirus. Semmai adesso il coronavirus è una scusa. Il mondo guarda altrove sempre, guarda solo dove vuole, normalmente il proprio ombelico, consuetamente dove gli fa comodo. L’Africa? Sono solo una banda di negri, è solo un buco nero, chissenefrega. Sorpresi dal linguaggio? Chiedo venia, ma certe cose fanno fremere di sdegno.

Nei primi due mesi di questo 2020, iniziato nel peggiore dei modi possibili per tutto il mondo, il mondo non si è accorto che laggiù, in Africa, in Nigeria, sono stati ammazzati 350 cristiani. 350 persone. Di fede cristiana. Due motivi per fremere. Debbono fremere tutti, perché 350 persone sono state ammazzate senza problema appena dietro casa nostra e perché 350 cristiani sono stati ammazzati.

Non c’è infatti bisogno di essere cristiani per fremere. La libertà religiosa è un dono di Dio per chi crede e il primo diritto umano anche politico sia per chi crede sia per chi non crede. 350 persone ammazzate in ragione della fede che professano, in nome della loro libertà di adorare Dio, deve far fremere di sdegno chiunque. E chi non freme… be’, non vado in cerca di querele.

La denuncia viene da una organizzazione che ha sede a Fegge, nell’area metropolitana di Onitsha, nello Stato nigeriano dell’Anambra, cioè l’International Society for Civil Liberties and Rule of Law, presieduta dal criminologo cristiano Emeka Umeagbalasi. “Intersociety” (come l’organizzazione viene comunemente chiamata) pubblica un dossier speciale, Nigeria: A Killing Field Of Defenseless Christians. «Killing Fields» sono i campi della morte, i campi dello sterminio del genocidio comunista cambogiano, un’espressione resa celebre da un gran bel film. Si addice oggi alla Nigeria.

E i 350 morti ammazzati di gennaio e di febbraio vanno “solo” ad allungare la lista di delitti di cui, se va bene, abbiamo tutti soltanto un vago sentore. Le stime parlano di 11.500 cristiani uccisi in Nigeria dal 2015 a oggi e “Intersociety” è di fatto un database continuo di questa mattanza. La mano che ha abbattuto i 350 del 2020 la conosciamo, Boko Haram, un abominio. Ma francamente oggi m’interessa meno del fatto che nessuno pianga le sue vittime.

Ora, fino a quando il mondo praticherà il doppio, triplo, quadruplo standard? Fino a quando fingeremo tutti di non vedere? Fino a quando non capiremo che c’è immigrazione e immigrazione, ovvero che una cosa, orrenda, è fuggire alla povertà endemica, ma un’altra, improcrastinabile, scappare dalla persecuzione religiosa? Del resto quei 350 morti ammazzati nemmeno scappavano alle nostre latitudini. Fino a quando il mondo continuerà a non sentire di avere responsabilità verso questa gente, povera davvero? Fino a quando il mondo cristiano, persino quel che ne resta in Occidente dopo la devastazione, crederà di non avere un dovere oggettivo verso quei sofferenti? Fino a quando continueremo a farci sgorgare la lacrimuccia per il “negretto”, ignorando completamente migliaia di neri che vengono ammazzati a motivo della propria fede, che spesso è pure la nostra fede?

L’Africa non interessa a nessuno. Non mi lancerò nelle solite intemerate contro il “colonialismo”, poiché insensate e francamente noiose. Mi chiedo soltanto perché 350 morti in due mesi, ammazzati contro il diritto fondamentale della persona umana, non facciano notizia. E non trovo risposta.

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