«Per san Benedetto, la rondine è sotto il tetto». Lo si scriveva alla scuola elementare, molti anni fa, il 21 marzo, contornato con una cornicetta copiata dagli album della serie Roselline e colorata rigorosamente con i pastelli, proibito sui quaderni usare i pennarelli.
Oppure «per l’Annunziata, la rondine è tornata», il 25 marzo, festività dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria di Nazareth.
In entrambi i casi si celebrava il ritorno della primavera, l’approssimarsi della bella stagione, il clima più tiepido e la luce più intensa delle prime belle giornate dopo l’inverno. Oggi non si usa più scandire il calendario con i suoi santi, nel timore mal riposto di offendere qualcuno, specie a scuola dove l’inclusione che tutto deve includere finisce piuttosto per escludere, non essendovi più un luogo in cui accogliere, bensì un grande spazio vuoto, in cui tutti rischiano di sentirsi più soli.
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