Gli agretti sono un ortaggio tipicamente primaverile, che si trova sui banchi dei mercati da marzo sino a maggio, originari dell’Europa meridionale e del Nord Africa ma oggi coltivati in tutto il bacino del Mediterraneo.
Hanno foglie verde carico, sode e filiformi e sono ricchi di vitamine e sali minerali, soprattutto di calcio. Sono noti per le loro proprietà depurative. Si cucinano semplicemente a vapore o bolliti, conditi poi con sale, olio e succo di limone, oppure “ripassati” con l’aglio.
Gli agretti sono in realtà le piantine giovani della Salsola soda e debbono il proprio nome al gusto acre e acidulo ottenuto grazie alla loro predilezione per i terreni sabbiosi e le zone salmastre. Vengono chiamati anche con altri nomi, per esempio “roscano” o “lischi”.
Vi è infine un altro modo per nominarli, che è pura poesia. Si chiamano infatti anche “barba dei frati”, per la somiglianza dei loro cespi con le lunghe barbe portate dai frati, specialmente dai Cappuccini.
In passato, infatti, la regola dell’Ordine imponeva che i fratelli mantenessero la barba, che divenne uno dei capisaldi dell’identità cappuccina, come si legge nelle Costituzioni del 1536, che recitano «et portino la barba a exemplo di Christo sanctissimo et di tutti i nostri antiqui santi, imperoché è cosa virile et naturale, rigida, dispecta et austera».
Oggi anche questa regola, come tante sia nel mondo dei religiosi sia in quello secolare, è caduta in disuso, in nome della cosiddetta «pluriformità», cui si sono adeguate persino le Costituzioni dei frati Cappuccini nel 2013.