«Nostradomus». La festa dell’Ascensione

La bellezza della famiglia attraverso storie, apologhi, aneddoti e spunti raccolti oggi per seminare un domani migliore

Giotto, l'Ascensione, 1303-1305, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto, l'Ascensione, 1303-1305, Cappella degli Scrovegni, Padova

Nella tradizione cristiana, il giorno dell’Ascensione celebra l’ascesa al cielo di Gesù Cristo dopo la morte e la resurrezione e ricorre pertanto quaranta giorni dopo la Pasqua. Si tratta quindi di una ricorrenza “mobile”, che non cade cioè sempre nello stesso giorno dell’anno. La data dell’Ascensione per il 2022 è giovedì 26 maggio, ma poiché in Italia tale ricorrenza non è riconosciuta come festività, dato che fa parte delle cosiddette «festività soppresse», la Chiesa Cattolica ne posticipa la data alla domenica successiva. Cioè oggi.

Fa sorridere, in questa come in altre occasioni simili, pensare che invece vi sono Paesi tradizionalmente “laicissimi”, per esempio i Paesi scandinavi, i Paesi Bassi e la Francia, in cui tale giorno è riconosciuto come festività nazionale. Sarà per godere delle ferie, si suppone.

Vi sono però in Italia usanze e abitudini per celebrare l’Ascensione, alcune delle quali ancora vive. È il caso della «Sensia», una fiera tradizionale che si tiene a Voghera e che festeggia quest’anno l’edizione numero 638, dopo l’interruzione nei due anni passati a causa della pandemia.

Con un nome simile, «Festa della Sensa», a Venezia nel giorno dell’Ascensione si teneva lo «Sposalizio del mare», una cerimonia evocativa, rappresentata ancora oggi, durante la quale il Doge dalla propria imbarcazione, il Bucintoro, gettava nelle acque della laguna un anello d’oro, per ribadire il dominio della Serenissima sul mare.

Un’usanza più familiare e più intima, invece, ma oggi pressoché dimenticata, è quella della lavanda del viso, legata alla simbologia dell’acqua come elemento di purificazione. Secondo la tradizione popolare, nella sera della vigilia dell’Ascensione, salendo in Cielo, Gesù benedice i contenitori pieni d’acqua con petali di rosa che i fedeli lasciano appositamente sui davanzali o sui balconi. Il mattino seguente, dopo il segno della croce e la preghiera, i componenti della famiglia possono così lavarsi il viso con l’acqua purificatrice.

Vi è poi la credenza delle «uova dell’Ascensione». Quando in questo giorno una gallina nera depone un uovo, esso avrebbe proprietà miracolose, con cui scongiurare tempeste e grandine e guarire i malati e i bambini con problemi congeniti. Da qui il detto, diffuso in alcune regioni italiane, per cui i casi veramente disperati «non guarirebbero neppure con l’uovo dell’Ascensione».

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