La giunta di sinistra ha diviso la città inglese in sei zone climatiche per regolare il traffico e impedire la libera circolazione delle auto attraverso cui il traffico sarà regolato dal 2024. La misura – definita draconiana dai residenti – ha generato polemiche, tanto che il consiglio comunale locale ha ricevuto innumerevoli proteste dopo la sua approvazione.
Oxford, infatti, sarà divisa in 6 distretti, e, per passare dall’uno all’altro, i proprietari di autoveicoli dovranno chiedere un permesso di massimo 100 giorni all’anno. Cosa che, inevitabilmente, renderebbe la vita impossibile a tantissimi lavoratori in transito nella città. Anche perché le autorità non ci andrebbero leggere con le sanzioni: 70 sterline per le auto private che non rispetteranno i confini delle 6 zone. Un modo, forse, per rientrare dalla spesa di 6,5 milioni di sterline per l’acquisto di telecamere a circuito chiuso che saranno dislocate nei punti nevralgici della città per andare a pescare in flagrante i trasgressori.
Eppure, per l’Oxford City Council – governato da una coalizione di laburisti, libdems e verdi – l’idea sarebbe brillantissima e rientrerebbe nel novero delle misure indispensabili per fare della città una 15 minute city, cioè un luogo in cui tutti i servizi essenziali, dalla scuola alle farmacie, potranno essere raggiunti in un quarto d’ora. In realtà, a prima vista, i traffic filters sembrerebbero proprio ostacolare questa visione e creare nuove barriere per i cittadini oxfordiani.
Le misure (definite «da stato totalitario» in un editoriale del Telegraph) non si applicherebbero solo a ciclisti, possessori di e-scooter, di auto elettriche e di emergenza. Ma i cittadini di Oxford non ci stanno: oltre 7,500 persone hanno firmato una petizione per abrogare l’atto del consiglio comunale e hanno inondato le mail dei consiglieri della maggioranza di inviti a ripensarci, quando non di insulti (puntualmente riportati alla polizia locale).
I Conservatori, che nella città sede di una delle più prestigiose università al mondo sono in minoranza, stanno facendo la guerra a un dispositivo che ritengono «discriminatorio, sbagliato e costoso». Il capogruppo Tory all’Oxford Council, Eddie Reeves,la mette anche sul piano della privacy: «Per una maggioranza che si definisce liberal è folle spendere 6,5 milioni di sterline in telecamere per restringere la libertà di movimento dei cittadini».
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