«Gli USA intervengano sulla Finlandia liberticida»

Alcune delle massime eccellenze del Paese scrivono alla Commissione sulla libertà religiosa contro i diktat LGBT+. Un precedente clamorosamente bello

Libertà religiosa

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Last updated on Giugno 30th, 2021 at 04:05 am

La Finlandia sta diventando un caso di scuola, un caso gravissimo di violazione della libertà religiosa e delle coscienze in nome del nuovo oscurantismo, che, fra l’altro, utilizza l’ideologia LGBT+ per colpire e ricattare le persone. Ma a tirare troppo la corda, come si sa, finisce che la corda si spezza. Venerdì 28 maggio RealClear Politics ha ospitato una notevole lettera aperta inviata da alcune eccellenze degli Stati Uniti d’America all’USCIRF, la US Commission on International Religious Freedom, ovvero la Commissione degli Stati Uniti per la libertà religiosa nel mondo.
La lettera domanda, senza mezzi termini, del resto non necessari, agli Stati Uniti d’intervenire, in base alle leggi internazionali vigenti, per penalizzare il pubblico ministero che in Finlandia pensa di poter tiranneggiare cittadini, uomini politici e vescovi. Ha dell’inaudito (in senso buono, ottimo) ed è un precedente culturalmente importante.
Tra i firmatari spiccano nomi quali Robert P. George, giurista, filosofo della politica, fra le menti più brillanti attualmente in circolazione, serissimo difensore del diritto naturale senza vergognarsene mai e sempre al centro di iniziative di qualità enorme, e Mary A. Glendon.
La Glendon ha guidato, nel 1995, la delegazione vaticana alla quarta Conferenza mondiale dell’ONU sulle donne svoltasi a Pechino (che sponsorizzò magnificamente il “diritto di aborto” nel mondo), nel 2000 è diventata presidente dell’Accademia pontificia delle scienze sociali, nel 2002 è entrata nel Consiglio presidenziale per la bioetica di George W. Bush Jr., dal 2007 al 2009 è stata ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede e nel 2009 ha rifiutato una onorificenza dalla University of Notre Dame di South Bend, in Indiana, cattolica, poiché a presiedere la cerimonia era stato invitato Barack Obama, grande sponsor del “diritto di aborto”. Dal 2014 è quindi membro del Consiglio di sovrintendenza della Pontificia commissione referente sull’Istituto per le opere di religione. Poi nel 2020 il segretario di Stato Mike Pompeo l’ha voluta a capo  della Commissione sui diritti inalienabili: una realtà davvero importante voluta dall’Amministrazione Trump, purtroppo smantellata dal presidente Joe Biden. Aveva il compito di mettere ordine e di razionalizzare la “creatività” con cui la civiltà contemporanea sta cercando di trasformare ogni pulsione individuale e ogni capriccio ideologico in diritto intangibile mentre la natura inalienabile viene calpestata quotidianamente.
Nella lettera si fa riferimento anche al «Global Magnitsky Act», cioè, formalmente, il Russia and Moldova Jackson-Vanik Repeal and Sergei Magnitsky Rule of Law Accountability Act of 2012: è la legge bipartisan, approvata dal Congresso e firmata dal presidente Barack Obama nel dicembre 2012, pensata per punire i funzionari russi responsabili della morte del ragioniere russo Sergei Magnitisky (1972-2009), impiegato nello studio legale americano Firestone Duncan, avvenuta nel 2009 nella prigione Matrosskaya Tishina di Mosca. Questa legge consente infatti al governo degli Stati Uniti di sanzionare i funzionari governativi stranieri implicati in abusi contro i diritti umani in qualsiasi parte del mondo.
Quanto al destinatario, l’USCIRF è un organismo bipartisan del governo federale degli Stati Uniti, istituito nel 1998, i cui membri vengono nominati dal presidente federale con il compito di monitorare la libertà religiosa nel mondo e denunciare le violazioni. Svolge un lavoro più che egregio e i suoi rapporti annuali sono quanto di meglio esista sul tema. Fra i suoi membri attuali si evidenziano alcune nomine trumpiane di peso e qualità: il vicepresidente Tony Perkins, presidente del Family Research Council; Gary Bauer, già presidente della medesima fondazione e sovente indicato come “suggeritore” del magnifico saggio di Ronald Reagan (1911-2004), Abortion and the Conscience of the Nation del 1984 (tradotto in italiano da Marco Respinti sul mensile Studi cattolici); e Nadine Maenza, presidente di Patriot Voices, l’organizzazione creata dall’ex senatore e candidato presidenziale Rick Santorum. Ma anche Nury Turkel, presidente del Consiglio direttivo dello Uyghur Human Rights Project di Washington (che ha co-fondato nel 2003), primo membro uiguro dell’USCIRF, voluto in questa veste dall’allora leader dell’opposizione Democratica alla Camera e oggi suo presidente, Nancy Pelosi.
Questa l’importante lettera in traduzione italiana.

Lettera alla Commissione degli Stati Uniti d’America sulla libertà religiosa nel mondo

28 maggio 2021

All’attenzione del presidente [Anurima] Bhargava, del vicepresidente Perkins e dei commissari Bauer, [James W.] Carr, [Frederick A.] Davie, Maenza, [Johnnie] Moore e Turkel

In Finlandia il pubblico ministero ha avviato azioni penali che costringeranno il clero e i credenti finlandesi a dover scegliere fra il carcere e la rinuncia agli insegnamenti propri alla fede che professano.

Anzitutto il pubblico ministero, Raija Toiviainen, ha accusato Päivi Räsänen, parlamentare e già ministro dell’Interno, contestandole tre fattispecie di «agitazione su base etnica» per aver esposto serenamente la propria visione su matrimonio e sessualità. Le accuse derivano dal fatto che la Räsänen è l’autrice di un libretto, risalente al 2004, intitolato Male and Female He Created Them: Homosexual Relationships Challenge the Christian Concept of Humanity, pubblicato dalla Luther Foundation. Nel testo la Räsänen afferma che la Chiesa debba considerare peccato le pratiche omosessuali, in base a quanto insegnano la Bibbia ebraica e le Scritture cristiane.

In secondo luogo il pubblico ministero ha accusato il vescovo designato della Diocesi missionaria di Finlandia della Chiesa Evangelica Luterana, il reverendo Juhana Pohjola, di «agitazione su base etnica» per avere pubblicato l’opuscolo della Räsänen.

Queste accuse, rivolte a un membro di spicco dell’assemblea legislativa e a un vescovo, sono un messaggio inequivocabile mandato ai cittadini finlandesi di ogni rango e posizione: chi si attenga a quanto insegnano le tradizioni ebraica, cristiana, islamica e pure quelle di diverse altre religioni su matrimonio e morale sessuale non potrà considerarsi al sicuro dalle aggressioni dello Stato, qualora, come il vescovo Pohjiola e la signora Räsänen, esprimessero le proprie convinzioni morali e religiose.

Queste azioni giuridiche costituiscono una grave violazione dei diritti umani. In particolare violano l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’articolo 18 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e anche l’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, tutti documenti che affermano il diritto di ogni persona «a manifestare, insegnando, la propria religione o il proprio credo». Violano parimenti numerose disposizioni della Dichiarazione per l’eliminazione di ogni forma di intolleranza e discriminazione basate sulla religione o sulla fede, inclusa l’affermazione del diritto di «scrivere, pubblicare e diffondere pubblicazioni sul tema» esprimendo i contenuti propri al credo religioso che si professa.

Codeste azioni giuridiche non possono essere infatti intese come mera applicazione di una legge si stampo europeo atta a colpire l’“istigazione all’odio”. Nessun equilibrio fra beni di ordine pubblico, eguaglianza civica e la libertà religiosa che voglia essere minimamente ragionevole potrà mai rendere accettabile questa soppressione del diritto di professare e di esprimere la propria fede. Azioni di questo tipo sono inequivocabili atti di sopruso.

In difesa di questi diritti di espressione e di libertà religiosa internazionalmente riconosciuti gli Stati Uniti d’America debbono ora rispondere agli abusi commessi in Finlandia, così come di recente hanno risposto ad altre violazioni della libertà religiosa avvenuti in Paesi non occidentali.

Per esempio, nel 2020, il Dipartimento di Stato ha accusato il capo dell’Ufficio per la sicurezza pubblica di Xiamen di aver violato i diritti umani in base alla Sezione 7031(c) Department of State, Foreign Operations, and Related Programs Appropriations Act of 2020, poiché coinvolto nella detenzione e negli interrogatori di aderenti al Falun Gong colpevoli di praticare il proprio credo. Nel 2020 e nel 2021 il ministero del Tesoro e il Dipartimento di Stato hanno analogamente accusato numerosi funzionari cinesi nello Xinjiang per il ruolo svolto nell’incarcerazione di musulmani uiguri. Il suo grado di funzionario europeo non deve porre il pubblico ministero Toiviainen al riparo delle sanzioni che le spettano per gli abusi commessi ai danni dei cristiani tradizionali finlandesi.

Chiediamo pertanto rispettosamente che l’USCIRF si rivolga al Segretario di Stato, Anthony Blinken, affinché ritenga responsabile il pubblico ministero Toiviainen in base alla Sezione 7031(c), la quale impone al Segretario di negare il visto ai funzionari (e ai loro familiari) coinvolti in «gravi violazioni dei diritti umani».

Chiediamo inoltre che l’USCIRF si rivolga al ministro del Tesoro, Janet Yellen, affinché citi in giudizio il pubblico ministero Toiviainen in base al Global Magnitsky Act e alle normative connesse. L’Ordine esecutivo 13818 conferisce al ministro il potere di accusare e di imporre sanzioni economiche a chi si sia «reso responsabile o complice, o sia direttamente o indirettamente coinvolto, in violazioni gravi dei diritti umani». Il pubblico ministero Toiviainen, infatti, così come qualunque altro ne appoggi la condotta, corrispondono ai casi contemplati dalla legge.

Facciamo infine notare che una violazione dei diritti umani di questa portata non conosce prescrizione. Qualora le richieste dell’USCIRF di chiamare in causa e di sanzionare il pubblico ministero Toiviainen e i suoi complici dovessero cadere nel vuoto, chiediamo rispettosamente che l’USCIRF non lasci invece perdere la questione. Chiediamo di continuare a esercitare pressione sul nostro governo affinché esso usi il potere conferitogli dalla legge e adempia il proprio dovere, in base alla normativa vigente negli Stati Uniti, di soccorrere le vittime di violazioni dei diritti umani, fra cui Päivi Räsänen e il vescovo Juhana Pohjola. Chiediamo inoltre che l’USCIRF prenda atto della violazione dei diritti umani perpetrata dal pubblico ministero finlandese quando valuterà lo stato della libertà religiosa nei Paesi del mondo, stilata nel suo rapporto annuale.

Peter Berkowitz
Ted and Dianne Taube Senior Fellow, Hoover Institution, Università di Stanford 

Keegan Callanan 
Professore associato di Scienze politiche nel College di Middlebury

Carlos Eire 
Titolare della cattedra «L. Riggs» di Storia e Studi religiosi nell’Università Yale

Robert P. George 
Titolare della cattedra «McCormick» di Diritto, Direttore del James Madison Program in American Ideals and Institutions nell’Università di Princeton

Mary Ann Glendon 
Titolare della cattedra «Learned Hand» di Diritto, emerita, nell’Università Harvard

Sergiu Klainerman 
Titolare della cattedra «Eugene Higgins» di Matematica nell’Università di Princeton 

John B. Londregan 
Professore di Politica e affari internazionali nell’Università di Princeton 

Jacqueline C. Rivers 
Docente di Studi africani e afroamericani nell’Università Harvard, Executive Director del Seymour Institute for Black Church and Policy Studies 

David Rivkin 
Partner dello studio legale BakerHostetler di Washington 

Adrian Vermeule 
Ralph S. Tyler, Jr. Professor di Diritto costituzionale nell’Università Harvard

(I ruoli istituzionali sono indicati per la corretta identificazione dei firmatari)

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