Sì, dài, francamente: ma chi se ne importa di Päivi Räsänen? Sarà la solita fanatica, fondamentalista e letteralista che se l’è cercata. Anche noi siamo per la famiglia naturale, soprattutto a parole, ma c’è modo e modo. Mica si può dire sempre tutto tutto. Lasciamo dunque sbollire la pentola, e quando la tempesta si sarà chetata, torneremo a chiedere il permesso entrando in punta di piedi con il nostro bel cabaret di pasticcini. Se esageriamo, infatti, ci tolgono il saluto sull’ascensore.
Quel che accade in Finlandia è infatti roba da finlandesi, sarà colpa del clima. Meglio allora stemperare gli animi come fa, sempre in alto sul mappamondo, la Chiesa evangelica luterana islandese, ovvero la Chiesa nazionale, la Chiesa di Stato, che ha commissionato e pubblicato sui social una bella vignetta piena di umorismo e di inclusività per reclamizzare le proprie “Sunday School”, più o meno l’equivalente protestante del catechismo in parrocchia.
Su uno sfondo multikulti illuminato da un gaio arcobaleno, zampetta non-più-andrai-farfallone-amoroso un Gesù con seno e gote colorite dal blush schiacciando l’occhiolino e indicando la chiesa. Ricorda Conchita Wurst. Dicono che così attirano più gente, abbracciando la società come essa è. Scientificamente si definisce «cristiano» chi riconosca Gesù come proprio salvatore: i luterani islandesi saranno evidentemente pronti a dare la vita fra i leoni del circo per una bestemmia trans sul proprio Dio, tanto Lui sta lassù, mentre è quaggiù che dan via i “like”. E poi se si offende qualcuno saranno soltanto gli amici locali di Päivi Räsänen, i soliti fanatici, fondamentalisti, letteralisti.
Comodi sul divano del salotto, tiriamo un sospiro. Sennò poi alla partita di calcetto non ci invitano più. A fare la palla da prendere a pedate. E così troviamo normale persino un film che ipersessualizza le bimbe di 11 anni o una Chiesa cristiana che bestemmia Cristo.
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