Last updated on aprile 10th, 2020 at 07:12 am
La montagna ha partorito il topolino. L’antico adagio descrive bene la genesi che ha portato all’approvazione della Carta Famiglia 2020. La montagna è il tanto tempo trascorso da quando, dopo un’estenuante battaglia condotta nelle aule parlamentari da Mario Sberna, presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (ANFN), la Carta Famiglia fu inserita nella legge finanziaria 2015. Il topolino è la Carta Famiglia «contenitore semivuoto» ‒ per usare le parole di Carlo Dionedi, responsabile rapporti politici dell’ANFN ‒ approvata nei giorni scorsi nell’ambito delle misure adottate dal governo per far fronte all’emergenza coronavirus.
Cos’è la Carta Famiglia…
«Finalmente avremo anche in Italia una Carta Famiglia, con cui le famiglie con almeno tre figli minori avranno accesso a sconti, servizi, beni»: tracimava soddisfazione Sberna, allora deputato di Democrazia Solidale, nell’annunciare l’inserimento del proprio cavallo di battaglia nella legge di stabilità 2015. Un aiuto ai nuclei più numerosi, come da tempo avveniva già in Spagna, Francia e anche in Trentino. In cinque anni si sono susseguiti quattro governi, ma finora nessuno aveva mai reso attuativa la Carta Famiglia. «Non era più una questione parlamentare, perché in Parlamento era stata approvata, spettava all’esecutivo di attuarla», racconta a “iFamNews” Dionedi. «Tutti hanno apportato qualche modifica, il ministro del governo giallo-verde Lorenzo Fontana ha dedicato risorse, ma nessuno aveva compiuto il passo decisivo», prosegue. Ora, con Elena Bonetti a capo del ministero per la Famiglia, quel passo c’è stato. La Carta Famiglia, per tutto il 2020, sarà disponibile non solo per chi ha almeno tre figli a carico, come inizialmente previsto, ma anche per chi ne ha uno o due. Non è una carta fisica, ma un codice a barre fornito dal sito ad hoc del governo.
…e cosa dovrebbe essere
Fatto il contenitore, serve però riempirlo. La Carta Famiglia è una misura davvero efficace se si incrociano due elementi: il coinvolgimento di aziende o enti di interesse per le famiglie e la consistenza degli sconti offerti. «In Francia, per esempio, la Carte famille nombreuse ha una convenzione con le ferrovie dello Stato e dà diritto a significativi sconti», osserva Dionedi. «Mentre qui in Italia siamo all’anno zero, c’è qualche accordo preliminare con catene della grande distribuzione, ma di fatto sono pochi gli esercizi aderenti». Per ora sono circa 120 negozi, di cui solo una ventina che vendono anche online. E molti offrono sconti non superiori al 5%.
L’ANFN chiede al governo di essere ascoltata. Fin dal 2004 ha costruito convenzioni con aziende importanti a livello nazionale, che consentono ai suoi associati di gravare meno sul portafoglio di un nucleo con almeno tre figli a carico. Fiore all’occhiello che Dionedi tiene a mostrare sono le convenzioni con alcune case automobilistiche, tali da consentire sconti superiori a quelli destinati agli stessi dipendenti delle aziende in questione. «Abbiamo un’esperienza doppia – spiega Dionedi -: sappiamo ciò di cui le famiglie hanno bisogno e sappiamo come muoverci con le aziende per attuare le convenzioni». L’auspicio dell’ANFN, dunque, è che da Palazzo Chigi arrivi una chiamata. «Del resto», riflette Dionedi, «quando si ha bisogno di un consiglio, è utile contattare gli esperti».
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