Last updated on aprile 11th, 2022 at 11:39 am
Nell’ottobre 2020 la Corte costituzionale polacca ha messo al bando l’«aborto eugenetico», perché sopprimere la vita di un bimbo ancora nel grembo materno (dal momento) che palesi difetti congeniti è contro la Costituzione nazionale. Da allora questa sentenza ha salvato dalla morte centinaia di vite innocenti, benché per la legge polacca l’aborto resti lecito nei casi in cui proseguire una gravidanza minacci in modo diretto la salute o la vita della madre o sia l’esito di un atto criminale quale lo stupro o l’incesto.
Ora, una donna polacca di trent’anni alla 22a settimana di gravidanza è morta di shock settico. La lobby filoabortista afferma che la morte della donna sia conseguenza della sentenza emessa dalla Corte costituzionale polacca. Ma è davvero così?
Per certo c’è che la morte della 30enne mamma incinta ha riacceso il dibattito sull’aborto polacco, scatenando proteste in tutto il Paese. I filoabortisti affermano infatti che la decisione presa nel 2020 dalla Corte costituzionale metta in pericolo la vita di tutte le donne dal momento che limita i test prenatali e non consente di effettuare l’aborto nei casi in cui occorre privilegiare la vita della madre rispetto a quella del bimbo che porta in grembo. Ma è una narrazione lontanissima dalla verità.
Perché il rifiuto di intraprendere azioni che possano salvare una vita ammesse dalla legge polacca sono infatti semplicemente da annoverare fra le omissioni e gli errori che un medico può compiere e talora compie, e non hanno pertanto nulla a che vedere con le leggi che in Polonia regolamentano l’aborto, per esempio proibendo l’«aborto eugenetico».
L’unica verità vera e tragica è che una donna polacca è morta a causa dell’ignoranza dei medici. La donna è stata ricoverata in ospedale a causa di complicazioni gravi della gravidanza che aveva in corso: una forma molto seria di infiammazione. La vita di quella mamma era cioè in pericolo e quella mamma non ha ricevuto l’aiuto e il sostegno necessari da parte del personale medico che avrebbe dovuto assicurarli.
Il suo bambino non ancora nato è quindi morto e poco dopo è morta anche quella mamma. Dopo la morte della mamma e del piccolo i medici che avrebbero dovuto fornire l’aiuto e il sostegno necessari sono stati sospesi dal servizio e la procura sta indagando.
La verità è questa, il resto sono bugie messe in circolazione di chi strumentalizza qualsiasi occasione, senza ritegno e senza pudore, per aggiungere tragedia a tragedia, morte a morte, aborto ad aborto.
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