Un «Giorno della vita nascente» contro le culle vuote

La proposta di legge verrà presto depositata in Senato: ecco i commenti dei suoi firmatari

image from Children's Spaces

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Last updated on marzo 14th, 2021 at 03:00 am

Il presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, ha più e più volte lanciato l’allarme sulla denatalità. Lo ha fatto di recente durante una conferenza cui ha partecipato anche “iFamNews”. «Credo non si abbia la reale percezione di ciò che stiamo vivendo dal punto di vista demografico», la sua amara riflessione. Del resto le culle vuote crescono ogni anno. Il dato più recente è anche quello maggiormente scoraggiante: sono 400mila i nuovi nati nel 2020, record negativo nella storia repubblicana. Se il declino non si arresta, il rischio concreto è l’estinzione del popolo italiano preceduta da un’immane crisi economica e sociale.

Serve una scossa

Occorre dunque una scossa per invertire la tendenza e incoraggiare i giovani a fare figli. Tutti o quasi sono d’accordo: servono politiche familiari, serve coinvolgere e gratificare i privati che compiono mosse aziendali family-friendly, serve anche un cambio di paradigma culturale. Possono allora contribuire alla causa dei gesti simbolici. Come quello di istituire un «Giorno della vita nascente». Sarebbe un segnale di attenzione nei confronti del tema, una presa di coscienza da cui poter ripartire per adottare misure in favore della natalità.

«Un valore morale»

È da queste premesse che, il 9 marzo, è partito, in Senato, l’iter legislativo della proposta di istituire in Italia il «Giorno della vita nascente». Per mutuare una definizione gestazionale, si è ancora alla fase embrionale: il testo è in bozza e sta ricevendo diverse sottoscrizioni, dopo di che verrà assegnato a una Commissione. Il proponente, Maurizio Gasparri (Forza Italia), precisa ad “iFamNews” che «questa iniziativa mi è stata suggerita dall’amica Eugenia Roccella», ex deputata e sottosegretario alla Salute. Si tratta, aggiunge, di un gesto «dal valore morale».

Tuttavia, «l’istituzione di una simile “Giornata” ci richiamerebbe a una riflessione sulla necessità di attuare politiche economiche, fiscali, abitative e sanitarie in favore della vita nascente». Per Lucio Malan (Forza Italia), altro firmatario della proposta, «possiamo fare vaccini, avere previsioni ottimistiche sul Pil, ma se non facciamo figli, non abbiamo futuro». E aggiunge: «Il piano europeo di ripresa economica si chiama Next Generation. Ebbene, facciamo anzitutto in modo che questa prossima generazione nasca».

Politiche familiari

A proposito della declinazione concreta del «Giorno della vita nascente», secondo una firmataria della proposta, la senatrice Paola Binetti (Unione di Centro), l’assegno unico rappresenta «una delle misure che offre maggiori garanzie alle famiglie». La Binetti si dice «fiduciosa» che possa essere approvato in luglio, come previsto dal ministro per la Famiglia, Elena Bonetti. «In questo periodo il Paese ha anche bisogno di segnali di speranza», aggiunge, «se non si riuscirà ad attuarlo entro quattro mesi, spero e credo che slitterà di poco». Per la Binetti, d’altronde, «è importante che tutta la società prenda coscienza che la vita nascente è la vera scommessa sul futuro del Paese».

Trasversalità

Ma davvero tutta la società e anche tutto il parlamento sono favorevoli a istituire questa Giornata? «Mi meraviglierei se ci fosse una maggioranza contraria alla vita nascente!», risponde Gasparri. Gli fa eco Gaetano Quagliariello (IDeA): «In Senato si registra un buon segnale», ossia «un intergruppo parlamentare sulla questione demografica», che «individua la denatalità come una delle maggiori emergenze del nostro tempo».

A tal proposito aggiunge Simone Pillon (Lega): «È una proposta trasversale tra i partiti, la vita nascente è un tema che dovrebbe unire». L’augurio dell’esponente del Carroccio è che «ci sia grande convergenza in parlamento» e che vengano accantonate da parte di «una certa Sinistra» le «solite letture ideologiche» per farla passare come «un’aggressione a chissà quali diritti». Pillon ricorda che «ancora oggi avvengono aborti selettivi di bambine, per esempio in Cina e in India, nonché aborti selettivi di bambini disabili in diversi Paesi del mondo».

Di qui la sua conclusione: «Ci riempiamo la bocca con i diritti delle donne e delle persone disabili, ma il primo diritto di donne e persone disabili è quello di venire al mondo». Prossimo passo il 27 marzo, con un Festival della Vita Nascente che servirà a promuovere l’iniziativa legislativa.

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