Un emendamento che non restituisce libertà di culto

La proposta della Meloni avrebbe consentito la ripresa delle Messe. Pagano: «Questo è laicismo»

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Last updated on Maggio 15th, 2020 at 11:18 am

«Desta perplessità l’emendamento al DL n. 19/2020, approvato oggi alla Camera coi voti dei partiti di maggioranza e di Forza Italia» scrive il Centro Studi Rosario Livatino in una nota appena diffusa. In esso, spiega il CSL, «ferma restando la sospensione delle cerimonie religiose» , stabilita alla lettera h) del co. 2 dell’art. 1 del decreto, viene aggiunta «[…] una lettera h bis)» che «[…] prevede l’adozione di protocolli sanitari, d’intesa con le varie confessioni religiose, per definire le “misure necessarie ai fini dello svolgimento delle funzioni religiose in condizioni di sicurezza”». Ora, osserva il Centro Studi, «al di là delle buone intenzioni, il dato testuale è che la libertà religiosa continua a essere compressa e manca qualsiasi indicazione temporale su quando questa forte limitazione cesserà: ciò a differenza di quanto è già accaduto per altre libertà, come quella di impresa. Soprattutto sfugge la necessità dei “protocolli sanitari”, dal momento che nessun rito religioso costituisce una attività complessa: sono ben sufficienti le norme generali di contenimento, come mascherina, distanza, ecc.». Particolare «rammarico», aggiunge la nota, desta «la non approvazione dell’emendamento a prima firma Meloni, votato dal solo centrodestra, che avrebbe permesso la ripresa del culto, nel rispetto delle regole di prevenzione». La Messa, insomma, resta repressa e il ricorso al TAR per la restituzione agli italiani della libertà di culto continua il proprio iter.

Aggiornamento h. 15:00

Oggi in aula Fratelli d’Italia (FdI) e Lega si sono astenuti. «I nostri emendamenti e quelli di FdI, e anche i miei interventi nel dibattito», dice all’ANSA Alessandro Pagano, deputato della Lega, che sul punto è stato intervistato anche da Radio Radicale, «sono serviti a mascherare la postura laicista, incostituzionale e contraria ai diritti dell’uomo di questo decreto [il n.19/2020] che limita arbitrariamente il diritto di culto dei cittadini. Un conto è la laicità dello Stato e un conto il laicismo, cioè l’ostilità alla religione. Noi avevamo proposto emendamenti che avrebbero consentito la ripresa delle cerimonie di culto e ciò che chiedevamo era una data certa per la ripresa. Subordinare tale ripresa alla sottoscrizione di un protocollo sanitario significa non avere questa certezza, perché temiamo che il governo possa tergiversare artatamente. In questo senso mi sono appellato a Forza Italia e ai colleghi del Partito Democratico sensibili al richiamo religioso a sostenere questa posizione. Purtroppo l’appello non è stato colto e abbiamo espresso un voto neutro, non contrario all’emendamento, ma chiediamo con forza che si proceda rapidamente, senza tentennamenti a sottoscrivere il protocollo sanitario e a ridare la Messa ai cittadini»

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