Last updated on marzo 31st, 2021 at 07:07 am
Succede che la mamma di un adolescente segnali a Twitter, chiedendone la rimozione, immagini a luci rosse del proprio figlio, per altro pubblicate sul social network senza l’autorizzazione dell’interessato. E succede che Twitter rifiuti di eliminarle in quanto quelle immagini non violano le «politiche» dell’azienda.
Il fatto
È quanto sarebbe accaduto secondo alcuni organi d’informazione statunitensi. In gennaio madre e figlio avrebbero fatto causa al gigante del web. Il video incriminato, che sarebbe stato visto 167mila volte e avrebbe avuto migliaia di retweet, risalirebbe a quando il giovane, oggi 17enne, aveva 13 anni. Il giovane sarebbe stato vittima di un inganno. Sarebbe stato contattato su una chat da una o più persone spacciatesi per una sua compagna di scuola 16enne. Tra i due profili sarebbe iniziato uno scambio di foto di nudo. A quel punto gli adescatori sotto le mentite spoglie della 16enne avrebbero ricattato la vittima. Gli avrebbero chiesto immagini e video ancora più espliciti; se il ragazzo non l’avesse fatto, quelli avrebbero segnalato le immagini ai suoi genitori, al suo allenatore e a un sacerdote suo conoscente.
Nessuna rimozione
Inizialmente il giovane avrebbe ubbidito, fin quando non avrebbe deciso di bloccare il profilo che continuava a ricattarlo. La questione sembrava fosse finita così, ma qualche mese dopo – nel gennaio 2020 – il giovane si sarebbe accorto che il materiale hot che lo vedeva protagonista era stato pubblicato su Twitter. La famiglia avrebbe così chiesto la rimozione immediata al social network, senza però avere alcuna risposta per diverso tempo. Dopo più solleciti, finalmente una reazione di Twitter: «Grazie per il contatto. Abbiamo esaminato il contenuto e non abbiamo riscontrato alcuna violazione delle nostre norme, quindi al momento non verrà intrapresa alcuna azione». Una risposta, questa, che avrebbe lasciato scioccati il giovane e la sua famiglia. Soltanto dopo aver contattato un agente del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti d’America, la madre sarebbe riuscita a far rimuovere il contenuto a Twitter.
La causa
Tre mesi fa la famiglia del giovane ha fatto causa al social network. L’azione legale avrebbe l’obiettivo, si legge, di «fare luce su come Twitter abbia accettato e tratto profitto da materiale pedopornografico sulla sua piattaforma, scegliendo i profitti alle persone, i soldi alla sicurezza dei bambini, la ricchezza a discapito della libertà e della dignità umana». La scorsa settimana i legali di Twitter hanno risposto che il social network «è impegnato nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori» e che «errori o ritardi (nella rimozione del materiale, ndr) non rendono Twitter un partecipante consapevole del traffico sessuale», come invece gli autori della causa attribuirebbero.
Ma questa tesi non ha soddisfatto gli avvocati della famiglia del giovane. «Twitter avrebbe potuto impedire tutte queste visualizzazioni, ma inspiegabilmente si è rifiutato di rimuovere i video nonostante la prova evidente che [il protagonista] fosse minorenne», scrive Lisa Haba, di uno dei due studi legali che stanno difendendo la famiglia del giovane. «Nessun bambino o genitore dovrebbe sopportare questa grave violazione dei propri diritti da parte di un’azienda tecnologica», aggiunge l’avvocato. Twitter, va ricordato, ha prontamente e più volte censurato l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante l’ultima campagna elettorale.