Durante i quattro anni trascorsi nel monastero (non come novizio ma come “bambino” – minorenne da accogliermi formalmente) ho imparato: la pittura di icone, il ricamo, il cucito, il canto bizantino, ho accolto e conosciuto ospiti provenienti da Russia, Grecia, Francia, ma anche i nostri scrittori, scienziati, teologi locali, ogni giorno potevo scegliere quale libro (da Dostoevskij a Berdjaev) portare in cella e leggere, ma anche se allora non mi piaceva viaggiare – ho vistoTrebinje ed Erzegovina , il lago di Scutari e il mare, aiutavo a preparare i vestiti per i bisognosi e mi incontravo con loro, imparavo ad apparecchiare una tavola per cinquanta e a cucinare marmellate (non sola, ovviamente) per centocinquanta persone, imparavo a svegliarsi alle quattro del mattino senza piagnucolare e rifare il letto prima di lasciare la cella, per prendersi cura di me stessa dei suoi vestiti, biancheria da letto e cose, ho imparato l’intero ordine del culto. Ho finito il liceo regolare.
Penso di essere stata molto fortunata.
Mai, anche quando il mio stile di vita è cambiato completamente, ho pensato di “perdere qualcosa” perché ho passato la mia prima giovinezza in tal modo. Al contrario, le basi allora gettate mi hanno salvato la vita e la sanità mentale quando mi sono spinta fino alla fine in questo mondo oscuro.
Se me ne pento è solo perché era l’ultimo periodo in cui erano vivi sia il nonno che la nonna e in cui potevamo stare tutti insieme a casa. Mi dispiace un po’ di non aver passato più tempo con loro allora.
Questa è la mia esperienza.
Per favore, non limitate i vostri figli all’esperienza che la società considera “normale”, apriteli le altre prospettive, mostrate loro ciò che possono sperimentare, imparare, in modo significativo, mentre sono ancora molto piccoli. La giovinezza passa certamente, non può essere “vissuta “. Questo è un errore. Una persona a cui è stato insegnato a “vivere” la vita rimarrà tale per sempre.
Abbiamo una visione ridotta della gioventù che è relativamente recente. E costringiamo tutti i giovani, qualunque sia la loro sensibilità, necessità, desiderio, ad essere “come tutti gli altri”.
Significa: “ribelle”, sempre desiderosi di “divertimento”, irresponsabili, egoisti, superficiali. Perché questa è la “giovinezza”.
La giovinezza è ciò che se ne fa. Come ogni altra età della vita.
Fino ad oggi, vomitare sopra un gabinetto nel bagno di un club non mi sembra più attraente delle cose che ho descritto sopra.
(Fonte: profilo Facebook dell’autore )