Svezia, le femmine difendono la differenza e necessità di ‘mamma e papà’

In un rapporto governativo sono state avanzate diverse proposte per rendere il codice di famiglia svedese più neutrale dal punto di vista del genere

La Svezia starebbe pensando di sostituire i termini “padre” e “madre” con quello semplice e neutro di “genitore” in tutti i documenti rilasciati dalla amministrazione dello Stato.  Il ‘codice dei genitori’, un riassunto ragionato di diritti e doveri dei genitori e della famiglia’, dovrebbe diventare neutro dal punto di vista del genere, pensano alcuni politici svedesi di sinistra che, con queste modifiche, vorrebbero ‘sterilizzare’ il concetto di genitore non solo da quello di ‘mamma e papà’, ma anche dall ‘idea della procreazione naturale. Pertanto, hanno proposto di sostituire i termini “padre” e “madre”, ma nulla è ancora deciso.

In un rapporto governativo sono state avanzate diverse proposte per rendere il codice di famiglia svedese più neutrale dal punto di vista del genere, una di queste è che concetti come padre e madre dovrebbero essere cambiati in “genitore”. Nei casi in cui è necessario distinguere tra i due, si può usare la dicitura “genitore che ha dato alla luce il bambino” e “genitore che non ha dato alla luce il bambino”, scrive il quotidiano ‘Varlden Idag’.

Tuttavia, un gran numero di organizzazioni femminili è in rivolta contro questi possibili cambiamenti nel linguaggio e nelle definizioni, le “organizzazioni femminili svedesi sono molto preoccupate per il modo in cui l’amministrazione pubblica e la legislazione svedese sembrano tornare indietro nel tempo e ritornare alla cecità di genere”, hanno scritto in una lettera aperta su ‘Svenska Dagbladet’, aggiugendo che la legge si propone di sostituire “madre” e “padre” con “genitore”, nonostante il fatto che le regole per la genitorialità femminile e maschile siano diverse nel contenuto. “La maternità si determina sulla base della nascita, mentre la paternità è stabilita dalla conferma della madre, presunta sulla base del matrimonio dell’uomo con la madre o stabilita dal DNA. Quando la questione in gioco è la riproduzione stessa, è impossibile ignorare le differenze biologiche che esistono tra donne e uomini”, scrivono i rappresentanti di circa 30 gruppi, tra cui Unizon, l’Associazione Fredrika Bremer e le Donne nella Chiesa di Svezia. Per evitare la parola donna, in vari contesti si usano già parole come “mestruatrice” o “portatrice di utero”, che disumanizzano direttamente le donne e le ragazze”. Secondo le organizzaizoni femminili svedesi è comunque “impossibile ignorare le differenze biologiche tra maschi e femmine”.

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