Spigolature natalizie

Tradizioni, curiosità, cultura fra le pieghe delle festività

Silhouette di Giuseppe, Maria sull'asinello con stella cometa

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Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:06 pm

Infischiandosene, benché forse non troppo allegramente, di crisi sanitarie ed economiche, anche il Natale del 2020 è arrivato. Nonostante le mascherine, le file di memoria sovietica davanti ai negozi, i Dpcm e i Dl, gli assembramenti e i distanziamenti, la celebrazione della nascita di Gesù, anche quest’anno, si compie.

Vale allora la pena sottolineare che il Natale, festeggiato in lungo e in largo pure da chi cattolico non è, è però tra le feste comandate istituite dalla Chiesa Cattolica, che garantiscono fra l’altro anche il tempo del riposo dal lavoro, così come tanti altri dei giorni speciali che percorrono il ritmo dell’anno, e che «le occasioni cattoliche per fare festa sono molte». Lo rammenta, tra l’altro, il Dizionario elementare della civiltà cattolica. Scoperte, conquiste, traguardi, che pure sottolinea come la prima “Opera per il riposo festivo” sia stata fondata a Torino nel 1859, vicepresidente, guarda caso, san Giovanni Bosco (1815-1888).

Il “Dizionario”, in effetti, offre molti spunti per commentare le festività di questo periodo, con i loro tratti così tipici e caratteristici.

La stella cometa

La stella cometa, per esempio, che adorna il presepio ma anche strade e piazze cittadine, allestita da amministrazioni di ogni colore politico. «È alla “cometa di Halley”», si legge, «che si deve la rappresentazione tradizionale della “stella” di Betlemme in foggia di cometa del presepe: impressionato dal passaggio della “cometa di Halley” nell’ottobre 1301, il pittore fiorentino Giotto (1267- 1337) dipinge così la stella nell’Adorazione dei Magi (databile fra il 1303 e il 1305), l’affresco del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova».

Il panettone e il torrone

Passando dal Cielo alla Terra, il “Dizionario” annovera non meno interessanti note relative ad alcuni dei prodotti tipici delle tavole natalizie: il panettone, per esempio, che «leggende meneghine e autori come Pietro Verri (1728-1797)», riporta il testo, «mettono in relazione all’atto dello spezzare e dividere il pane, da parte del pater familias, in occasione festiva, come memoria del sacrificio di Cristo». Non si conosce in realtà il nome dell’inventore, ma la curiosità popolare ha nel tempo immaginato vari “autori” per questo dolce a pasta lievitata, nato probabilmente nel Medioevo (altro che «secoli bui») e rifinito in epoca rinascimentale. Una delle attribuzioni è quella a un certo Toni, che avrebbe suggerito a un pasticcere al servizio di Ludovico Sforza detto il Moro (1452-1508) di preparare un dolce con farina, uova, scorza di cedro, burro e uvetta per il pranzo di Natale, onde sostituire con esso il dessert ben più raffinato che stava confezionando e che aveva bruciato per errore: panettone per «Pan de Toni», insomma.

O il torrone, specialmente il cosiddetto torrone classico di Cremona, altro dolce tipico natalizio a base di albumi, miele e mandorle, «che sarebbe stato servito, secondo tradizione, al banchetto di nozze fra il duca di Milano Francesco Sforza (1401-1466) e Bianca Maria Visconti (1425-1468), nell’ottobre del 1441». La prima documentazione scritta risale al 1543 e il suo nome sarebbe da ricondurre al Torrazzo di Cremona, vale a dire la torre campanaria del Duomo della città lombarda.

Lo champagne

Qualcuno, forse, fra oggi e il Capodanno gradirà brindare con un bicchiere di champagne insieme ai propri familiari e a (pochi, purtroppo, visti i tempi) parenti e amici: il “Dizionario” racconta che «La sua “invenzione” viene da molti attribuita al monaco benedettino dom Pierre Pérignon (1640 ca.-1715), giunto nel 1668, trentenne, all’Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, vicino a Épernay». In qualità di cellerario, occupandosi fra le varie attività economiche del monastero anche della produzione del vino, il monaco recuperò e ampliò i vigneti dell’abbazia, saccheggiati e devastati dalle guerre susseguitesi nel corso del 1600, e applicò sia in campo sia in cantina una serie di novità tecniche nella produzione vitivinicola che portarono alla nascita di un vino completamente bianco dal Pinot nero, uva a bacca nera, ottenendo «un prodotto che può legittimamente considerarsi all’origine di quello che oggi è stimato in tutto il mondo con il nome di champagne».

I doni

Lo zampino dei monaci, secondo il Dizionario elementare della civiltà cattolica, ritorna però anche nell’invenzione o nello sviluppo di alcuni articoli che tradizionalmente fanno parte del “paniere” cui attingere idee per i regali natalizi, memoria traslata dei doni dei Magi al Bambino: il maglione, per esempio, ma anche le calze e financo le mutande, tutti indumenti che, come scrive il sociologo e storico statunitense Rodney Stark, la civiltà cattolica ha escogitato per sopravvivere alla cosiddetta Piccola Glaciazione, cioè all’abbassamento della temperatura media europea dal secolo XIV, permettendo così fra l’altro lo svilupparsi di un più compiuto senso del pudore.

Intelligenti, questi monaci.

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