Siamo tutti sanmarinesi

Se domenica vinceranno i «sì» all’aborto sarà una catastrofe umanitaria. San Marino sarà meno indipendente e meno libera

Il logo del Comitato «Uno di noi» di San Marino

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Last updated on Settembre 26th, 2021 at 04:33 am

Oggi, venerdì 24 settembre, si chiude a San Marino la campagna che ha preparato il referendum sull’aborto in calendario domenica. Domenica i sanmarinesi saranno chiamati a esprimersi sulla legalizzazione dell’aborto: sul fatto se sia legale uccidere un bimbo innocente ancora nel seno della propria mamma, come è legale andare dal barbiere, uscire a cena e comperare l’amaro di erbe di montagna al supermercato. Sì, è pazzesco.

Se a San Marino domenica vinceranno le forze politiche e culturali filoabortiste cadrà uno degli ultimi, emblematici e sostanziali bastioni della difesa della vita umana nascente e innocente. Se vinceranno i «sì» all’aborto sarà una catastrofe umanitaria, anche perché la legge sanmarinese si annuncia come una delle più crudeli, potendo arrivare anche a garantire la soppressione di un bimbo nel ventre della propria mamma sino al nono mese di vita e potendo cancellare rabbiosamente l’obiezione di coscienza.

Ancora una volta è in gioco la vita.

A pensarci bene è davvero pazzesco. È pazzesco che nel 2021, dopo tutto ciò che l’umanità ha veduto e vissuto, orrori indotti e disastri naturali, scempi voluti e calamità fortuite, stermini, massacri e genocidi, si sia qui ancora a pensare se e che una vita umana, innocente e indifesa qual è quella di un piccolino ancora tutt’uno con la mamma eppure già da subito e da sempre una persona distinta, unica e irripetibile, possa essere tranquillamente soppressa con efferatezza e che il farlo sia un diritto e un bene.

È pazzesco che un bene indisponibile come la vita possa essere messo dentro un’urna di cartone qualsiasi. Che la nostra sicumera sporca chiami democrazia il decidere con un «X» a penna se ammazzare un piccolino o meno.

È pazzesco e va rigettato, ma al contempo le follie vanno combattute con l’abnegazione.

Ogni donna e uomo, mamma e papà, nonno e nonna, zio e zia, e figlio e figlia, prete o laico, di San Marino deve guardarsi in faccia oggi e fino a domenica e domandarsi chi è e cosa vuole. Deve domandarsi cosa sia la vita, propria e altrui. Deve domandarsi se voglia schierarsi con la morte o con la vita. Cattolico o comunista, liberale o radicale, conservatore o ateo, o qualsiasi cosa, ogni sanmarinese deve guardare la vita diritta nei suoi occhi e smetterla di prendersi in giro. A San Marino è in gioco l’umanità intera, e chi sbaglierà scelta, sbaglierà gravemente.

«iFamNews» e il suo editore, l’International Organization for the Family, si sono schierati subito a fianco della vita di San Marino. Hanno sostenuto e sostengono la buona battaglia per affermare questo semplice e basilare principio di normalità, ovvero che la morte è da rigettare e la vita da difendere sempre.

Non smettiamo di farlo ovviamente nemmeno oggi. Non smetteremo neanche domani, neanche domenica e neanche lunedì, martedì, mercoledì, e così via, quale che sia il risultato di San Marino.

San Marino è una terra di libertà antica quanto la civiltà occidentale, quanto il nostro mondo bello e piagato. San Marino deve la propria identità a una bella storia di indipendenza che è tutt’uno con la libertà religiosa e con – revolving door – la resistenza ai soprusi. San Marino è indipendente perché si è garantita gli strumenti laicamente religiosi e religiosamente laici della propria libertà, per tutti, anche per i non credenti. Se domenica la morte vincerà a San Marino la Serenissima repubblica sarà gravemente meno libera e meno indipendente. Per tutti, abortisti e non abortisti. Voglia il Cielo e vogliano gli uomini esorcizzare questa prospettiva funesta.

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