Sentinelle, presenti!

Il ritorno in piazza di chi non ha paura di difendere la libertà non partigiana

Sentinelle in piedi durante una manifestazione

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Last updated on Luglio 30th, 2020 at 04:00 am

Da alcuni giorni stiamo assistendo (e per quanto mi riguarda anche partecipando) a un sensibile fenomeno di risveglio delle coscienze, destinato a segnare ancora una volta, a distanza di qualche anno, la storia dei movimenti pro vita e pro famiglia del nostro Paese (e non solo).

È il ritorno in grande spolvero delle Sentinelle in piedi nelle piazze di molte città italiane, piccole e grandi, da Nord a Sud, peraltro con presenze numericamente al di sopra delle aspettative: un fatto che, in questo particolare momento storico, assume un significato e un valore ancora più forti, per diversi motivi.

Primo motivo: l’associazionismo cattolico si sta ricompattando. Se infatti il «Ddl Zan» sull’”omo/transfobia” (concetto peraltro ancora privo di definizione) è da respingere in toto, paradossalmente si può dire che un suo merito importante è l’avere riunito una miriade di persone. Significativa è stata anche la presa di posizione della Conferenza Episcopale Italiana in cui si paventa il rischio di una deriva liberticida. Un altro esempio del ricompattamento della base cattolica è la presentazione, oggi, del libro Omofobi per legge? Colpevoli per non aver commesso il fatto, realizzato dal Centro Studi Rosario Livatino, a cui hanno significativamente aderito moltissime realtà.

Secondo motivo: il risveglio delle Sentinelle in piedi. Nate sulla scia dei “Veilleurs Debout” francesi nel 2013, le Sentinelle in piedi si sono fatte conoscere in Italia come forma pacifica, ma incisiva, di dissenso alla presentazione, in parlamento, della prima proposta di legge, da parte dell’on. Ivan Scalfarotto, sempre in tema di “omofobia”. Il risultato è evidente: il silenzio, che cominciava a essere davvero pesante, è stato finalmente rotto, non dal rumore delle manifestazioni, ma dalla consapevolezza. In piazza in questi giorni si sono viste persone determinate e preparate. Il tema della libertà di espressione è stato colto e rilanciato adeguatamente da tantissime persone.

Terzo motivo: l’autenticità del messaggio e la fierezza di volare controvento. In un momento storico in cui, in diverse parti del mondo (e anche nel nostro Paese), sembra spopolare l’ennesimo frutto amaro del politicamente (e ideologicamente) corretto, ossia la moda di inginocchiarsi, migliaia di persone coraggiose e di buon senso hanno invece deciso di restare ritti, silenziosi, composti, semplicemente con un libro in mano. Tutto ciò mentre le grandi città degli Stati Uniti (e non solo) bruciano nel caos di proteste violente, mentre gruppi di facinorosi, sotto la falsa egida dell’antirazzismo, abbattono statue a loro sgradite, mentre masse di giovani e meno giovani esagitati e intolleranti distruggono simboli della cultura occidentale.

Onore allora alla protesta mite, ma profonda e rispettosa delle regole (non solo anti-CoViD-19), delle Sentinelle, che hanno aperto gli occhi e che hanno capito, nonostante il bombardamento mediatico del mainstream quotidiano.

Comunque andrà a finire, è già davanti a una vittoria: una parte del popolo italiano continua a resistere alla prepotenza di chi vorrebbe imporre un pensiero unico, al lavaggio del cervello perpetrato dai media omologati o dalla propaganda ideologica dei movimenti LGBT+. Sì, c’è da essere fieri di queste migliaia di persone (tanti Davide contro Golia, tanti Frodo contro Sauron) che con umiltà e con rispetto difendono testa alta e con la schiena dritta quegli stessi princìpi di libertà in nome dei quali, nel corso dei secoli, uomini e donne coraggiosi hanno sacrificato la propria vita. Perché oggi, in democrazia (se ancora democrazia c’è) non si può rischiare la prigione per un reato di opinione.

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