Se l’aborto è un diritto, cos’è un torto?

È di fronte alla sovversione dell’umano che il senso d’impotenza e di spossatezza assale

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Last updated on Agosto 24th, 2021 at 02:35 pm

Come si chiama l’uccisione gratuita di una persona innocente per la strada? Omicidio. Come si chiama l’uccisione gratuita di un piccolo bambino innocente ancora nel ventre della propria mamma? Diritto, dice l’Unione Europa dopo l’approvazione del «Rapporto Matić».

Ciò che sconvolge è, ovviamente, il tributo di sangue. Ma sconvolge non meno la deriva dell’intelligenza umana.

Noi chiamiamo «diritto» una prerogativa della persona, tutelata dalla legge, di compiere un certo atto o di non subirne un altro da altri. Riteniamo il diritto una realtà cogente e urgente, ci battiamo per esso, scateniamo campagne, ci stracciamo vesti, facciamo volare stracci. Combattiamo battaglie e persino versiamo sangue per affermarne l’importanza. Lo riteniamo inerire la persona e lo giudichiamo intrinseco a essa.

Dunque oggi l’Unione Europa, quell’istituzione che vorrebbe rappresentare i popoli, le vicende, le culture di una storia gloriosa per proiettarla nel futuro, afferma appartenere alla natura stessa della persona umana la facoltà di uccidere gratuitamente un piccolo bambino innocente ancora nel ventre della propria mamma?

Sì, l’Unione Europea lo dice, lo afferma, lo ripete, lo scrive e se ne vanta.

L’Irlanda, un tempo patria di una fede cristiana leonina, da cui deriva(va) un comportamento morale chiaro a favore della vita umana innocente, ha votato all’unanimità per dire e per ripetere e per scrivere che l’uccisione gratuita di un piccolo bambino innocente ancora nel ventre della propria mamma è un diritto della persona.

Se questo, se l’uccisione gratuita di un piccolo bambino innocente ancora nel ventre della propria mamma è un diritto da difendere che cosa è allora un torto da combattere? Se l’uccisione gratuita di un piccolo bambino innocente ancora nel ventre della propria mamma è un bene da tutelare che cosa è allora un male da ostacolare? È qui, di fronte, a questa sovversione dell’umano che il senso d’impotenza e di spossatezza assale.

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