Last updated on aprile 6th, 2021 at 05:30 am
«Epifania» è termine che deriva dal greco e che significa «manifestazione»: filologia secca, e persino banale, visto che (forse tranne il deputato Emanuel Cleaver) lo sanno grosso modo tutti. Nel cristianesimo il giorno dell’Epifania segna la manifestazione di Gesù al mondo. Gesù si scopre, si mostra, si rivela.
Gesù viene concepito per opera dello Spirito santo il 25 marzo, dopo nove mesi esatti nasce, il 25 dicembre resta “nascosto” nella, con la e dalla sua famiglia, e quindi, il giorno dell’Epifania, si manifesta alla storia. Fa nulla se i cattolici festeggiano l’Epifania il 6 gennaio e i cristiani che seguono il calendario giuliano procrastinano la data: il significato non muta.
+9
E persino la pedagogia, sottilmente imperturbabile e dolcemente assertiva, non cambia. Gesù vive nel ventre della mamma Maria prima di nascere, è persona prima di venire alla luce, è uomo vero nove mesi prima che la Vergine lo partorisca: nove mesi esatti. Anni fa gli amici di Gift of Life Malta diffondevano urbi et orbi un gran bell’adesivo, tanto semplice quanto folgorante: sul fronte di un pezzo di plastica che sul verso aveva colla per appiccicarsi ovunque, opportune et importune, stava semplicemente scritto «+9». Un messaggio base comprensibile a ogni lingua e a ogni cultura del mondo: indicava, indica, che io sono vecchio gli anni che ho più nove mesi, vuol dire che io inizio nove mesi prima della mia data di nascita. Bisognerebbe celebrare quel dì, oltre che il proprio compleanno. E infatti la pedagogia cristiana indica nel 25 marzo dell’Annunziazione il dì dell’Incarnazione di Dio, giorno persino più importante (si potrebbe dire) del Natale. Eppure molti, persino cristiani, non sanno nemmeno che il 25 Marzo esiste.
La pedagogia della nascita +9 di Gesù si sublima poi appunto nella manifestazione al mondo di Cristo pochi giorni dopo. Ne sono simbolo i pastori che si rappresentano nel e con il presepe: segno di un mondo intero che comincia, lento, una persona alla volta, a scendere in un corteo inesorabile che si muove incontro a Cristo, riconoscendolo e a volte nemmeno sapendo perché. Ma fino all’Epifania lo fa senza ancora comprendere fino in fondo il senso di quel proprio gesto. E poi: e poi all’Epifania persino i potenti del mondo, simboleggiati dai re magi, piegano il ginocchio e recano doni. La manifestazione è infatti solenne, pubblica e compiuta.
Libertà
Un significato ulteriore dell’Epifania, dunque, è che Dio non è per nulla un fatto privato, bensì del mondo. Ovvero la fede non è cosa né da sacrestia né da recinto domestico. È storia: esce e scende in strada. Si fa vita, comportamento, morale. Diventa politica, economia, cultura, arte, ogni cosa. La libertà religiosa, che è il diritto di ogni uomo alla verità, è allora prima un fatto e per ciò stesso un diritto pubblico e politico, di cui per esempio la libertà concreta di culto è espressione fondamentale. Ma pure la possibilità di associarsi, di esprimersi, di dare vita a imprese, di abitare il mondo lo sono.
Viviamo invece tempi in cui si vorrebbe che la fede che ancora è sopravvissuta alle mattanze delle persecuzioni violente fosse confinata a gusto privato. Ma se la fede è solo un fatto privato, perché non anche qualsiasi espressione cultuale e culturale dell’uomo, in verità qualunque suo pensiero, anzi addirittura azione? A quel punto l’umanità sarebbe però soltanto una massa confusa di monadi che si scontrano nel vuoto senza diritto a comunicare l’una con l’altra, poiché ogni parola sarebbe giudicata partigiana; e il relativismo che vieterebbe qualsiasi libertà di espressione proprio perché nulla si può più affermare sarebbe ipso facto totalitarismo.
Per questo l’Epifania è una di quelle cose geniali che il cristianesimo dona al mondo intero, a qualsiasi uomo, a qualunque cultura, a ogni religione, persino agli atei e ai laici. L’Epifania dovrebbe essere cioè celebrata da tutti perché è la Festa della libertà di espressione che si manifesta nella signoria sulla storia che ha il diritto intangibile dell’uomo di credere, di vivere e di dire. I cristiani sanno che questo è solo un riflesso storico e umano della signoria di Cristo; gli altri potrebbero cominciare a pensarci.
Una fiaba
Non nascondiamoci però dietro a un dito. Per i più l’Epifania è solo la festa della Befana. Eppure c’è persino di questa storia un altro risvolto.
Una leggenda del secolo XII tramanda che i re magi, in cammino per Betlemme, persero a un certo momento di vista la Stella e smarrirono la via. Scorsero allora sull’uscio di un abitato sconosciuto una vecchina a cui domandarono indicazioni. Lo fecero raccontandole del proprio viaggio, del perché si erano messi in cammino e soprattutto della propria meta: non comune, unica nello spazio e nel tempo. Ma la vecchina, vecchia soprattutto nel cuore, farfugliò qualcosa di confuso, senza farsi smuovere. Non conosceva la strada e rifiutò di accompagnarli in quel viaggio sublime celebrato da T.S. Eliot (1888-1965) nel Il viaggio dei magi (1927) per cercare da altri la strada. Si richiuse dietro il proprio l’uscio. La sua casa, invece che un castello, si era fatta prigione. Solo dopo, solo una volta che quegli augusti magi si furono rimessi in cammino la vecchia percepì cosa stava perdendosi. Corse fuori casa, cercò i magi, li chiamò, ma invano. Era tardi, oramai quei savi re dell’Oriente erano lontani. Ma in qualche modo quella storia l’aveva ormai misteriosamente conquistata e la vecchina non si dette pace. Cominciò a caracollare di casa in casa con quel sacco pieno di dolci e di regali che aveva preparato per il re dei re dopo essersi pentita e, non sapendo dove né andare né a chi chiedere, prese a regalare tutto a ogni bambino che incontrasse, sperando che uno potesse esser il piccolo grande Gesù. E da allora non ha mai smesso. Pare persino che «Befana» possa in qualche modo derivare proprio da «Epifania».
Con i nostri bambini, nelle nostre case che sono castello invece che prigione, possiamo usare anche questa bella fiaba per celebrare la manifestazione al mondo della libertà compiuta di essere uomini.
Image source: Epifania, photo by Beatriz Sirvent from Flickr, licensed by CC BY-NC-SA 2.0