Last updated on Febbraio 25th, 2020 at 03:18 am
Approvata. Cinque volte approvata. Sono passati tutti e cinque i disegni di legge pro eutanasia, sui quali si è confrontato il parlamento portoghese nel lungo pomeriggio di giovedì. Ora inizia una nuova fase, l’ultima, che porterà alla stesura di un testo unico da sottoporre al presidente della repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, per la firma.
Le proposte di legge sono state scritte ispirandosi ai modelli già attivi in Belgio, Lussemburgo e nei Paesi Bassi, ovvero i Paesi con le legislazioni più permissive a riguardo (nei Paesi Bassi è prevista anche l’eutanasia per i minori). Il voto finale, arrivato intorno alle 20.40 di giovedì, non ha sorpreso più di tanto gli osservatori: dopo le ultime elezioni la maggioranza in parlamento è in mano al Partito Socialista e a quello Animalista, ovvero agli autori delle proposte di legge. Il dibattito è stato da subito molto aspro.
L’edizione online del quotidiano portoghese Publico ha subito dato spazio a storie di cittadini che hanno speso fino a 10mila euro per recarsi in Svizzera e ottenere lì la cosiddetta buona morte. Però, nonostante le forti pressioni, politiche e mediatiche, continuano a levarsi voci di dissenso. Il primo commento giunto pochi minuti l’approvazione è arrivato dall’Ordine degli infermieri, che ha detto: «Non c’è ancora abbastanza maturità per affrontare questo tema, c’è molto da fare per la vita prima che per la morte. Non abbiamo una rete di cure palliative come quella presente in altri Paesi che hanno approvato eutanasia e suicidio assistito. Non abbiamo posti vacanti per persone che cerchino cure palliative, non abbiamo squadre di infermieri da inviare nelle case per tutti coloro che ne hanno bisogno, quindi avremmo potuto iniziare da lì per affrontare il tema della morte».
La prossima mossa spetta al presidente della repubblica, critico dell’eutanasia: potrebbe rifiutarsi di firmare il disegno di legge. In quel caso il parlamento potrebbe abbandonare l’obiettivo oppure decidere di discutere e votare un nuovo disegno di legge. Un’altra possibilità è quella di bloccare il percorso della legge attraverso un referendum.
In queste settimane le associazioni pro life e diversi leader religiosi portoghesi si sono impegnati nella raccolta firme: ne servono 60mila per indire una consultazione referendaria e in pochi giorni ne sono già state raccolte 20mila. Inoltre contro la legge rappresentanti di mondi cristiano, ebraico, musulmano, buddhista e induista hanno presentato una dichiarazione congiunta in cui si legge: «Crediamo che ogni essere umano sia unico e, come tale, insostituibile e necessario per la società di cui fa parte, portatore di una dignità intrinseca che precede ogni criterio di qualità della vita e di utilità fino alla morte naturale. Non solo la vita non perde dignità quando si avvicina alla fine, ma la particolare vulnerabilità che patisce in quella fase è, piuttosto, un segno di dignità speciale che richiede vicinanza e cura». L’associazione portoghese delle scuole cattoliche ha annunciato che nei loro istituti si sta lavorando per: «tenere informate le comunità educative su ciò che è in gioco nel dibattito», mentre nelle diocesi si stanno organizzando veglie di preghiera e incontri per sensibilizzare i fedeli sul tema.
La Conferenza episcopale portoghese ha del resto preso posizione pubblicamente a favore del referendum attraverso una conferenza stampa, nella quale il portavoce ha dichiarato: «L’opzione più dignitosa contro l’eutanasia è nelle cure palliative come impegno per la vicinanza, il rispetto e la cura della vita umana fino al suo fine naturale. In queste circostanze, la Conferenza episcopale monitora e sostiene le iniziative in corso contro la depenalizzazione dell’eutanasia, vale a dire lo svolgimento di un referendum».