Last updated on Novembre 8th, 2020 at 09:10 am
Mentre i riflettori erano puntati su Palazzo Chigi e sull’ennesimo Dpcm, poche decine di metri più in là, alla Camera dei Deputati, si votava il «ddl Zan». Dapprima, nel pomeriggio di martedì, venivano approvati una serie di emendamenti tra cui uno che prevede corsi a tinte arcobaleno per gli alunni delle scuole elementari, e poi, ieri mattina, il voto finale. La legge contro l’omotransfobia è passata con 265 favorevoli, 193 contrari e un’astensione. Giubilo tra i banchi della maggioranza, fazzoletti al vento a mo’ di bavaglio tra quelli dell’opposizione. Il testo passa ora al Senato.
La battaglia della società civile
A poco o nulla è valso, finora, il pur generoso impegno della società civile contro una norma definita liberticida e totalitaria. Giuristi, intellettuali, politici, attivisti pro-famiglia si sono stretti in un’ideale testuggine per difendere la libertà dalla «intolleranza in nome della tolleranza» che «produce violenza e, essa sì, discriminazione»: così recita un passaggio dell’appello che ha lanciato l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, e che è stato sottoscritto da 150 personalità di estrazione liberale e progressista. “iFamNews” lo ha intervistato a caldo, pochi minuti dopo il voto finale a Montecitorio. «Norme che puniscono chi incita o commette odio o violenza verso qualcuno a prescindere dal proprio genere sessuale esistono già nel nostro ordinamento», spiega il docente di Filosofia, «dunque la legge Zan è inutile perché pleonastica».
Il vero scopo della legge
Pera reputa «pericoloso» che nel testo la nozione di omofobia e transfobia resti «vaga», giacché rende «incerta l’applicazione della legge» e comporta «un’eccessiva discrezionalità del giudice». Si potrà ancora esprimere dissenso contro l’ideologia gender, per esempio? Domanda che assume contorni retorici allorquando l’ex presidente del Senato aggiunge: «Lo scopo vero della legge, nascosto ma visibile, è quello di introdurre la categoria di “genere”. Ciò significa introdurre il matrimonio omosessuale con tutti i diritti connessi, compreso quello dell’utero in affitto». Il «Ddl Zan», quindi, sarebbe un pertugio verso obiettivi ancora più ambiziosi da parte delle lobby LGBT.
L’attacco al cristianesimo
Non solo. Pera lancia l’allarme sul pericolo che corre la libertà religiosa. «Grazie a queste introduzioni surrettizie, la legge discrimina e penalizza le opinioni e le manifestazioni in nome di valori tradizionali riguardo a matrimonio, famiglia, figli». Per lui, dunque, «la conclusione è amara ma semplice: la legge Zan è uno strumento di lotta contro il cristianesimo. Sono stupito dalle reticenze e timidezze delle gerarchie ecclesiastiche».
Indottrinamento dei bambini
Il forzista della prima ora si sofferma, infine, sull’emendamento che prevede corsi ad hoc nelle scuole, finanche elementari, in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, il 17 maggio. «Nella tragedia non manca la farsa», commenta Pera, «a bambini cui non viene insegnato chi era Gesù e impedito di augurare Buon Natale, perché discriminatorio, viene fatto obbligo di non essere omofobi, ciò che essi non capiscono». L’ex presidente del Senato lo ritiene «un lavaggio del cervello come ai tempi bui dell’insegnamento sovietico dell’ateismo».
Appello all’opposizione
Di qui le sue riflessioni: «Che fine ha fatto il Pd? Dove sono andati i suoi elettori cattolici? Tutti zitti ora che vengono abbattuti i fondamenti della nostra storia e civiltà? Quanto all’opposizione, per favore, urli molto di più, con voce forte e non flebile. Spieghi che non si tratta di diritti ma di soprusi». La battaglia si sposta ora al Senato. Margine per urlare, e per farlo in modo convincente, c’è ancora.