Paul Diamond contro la «persecuzione educata»

Avvocato, racconta un Occidente che rinnega le proprie radici cristiane. «La guerra contro i cristiani», dice, «è assai concreta e non conosce misericordia»

Paul Diamond

369 milioni sono i cristiani perseguitati nel mondo. Ogni giorno ne vengono uccisi 16 a motivo della fede che professano. Sono numeri che indicano una emergenza tanto vera quanto ignorata.

Lo rivela il rapporto annuale di Open Doors sulla persecuzione dei cristiani nel mondo: 5.898 i cristiani uccisi in odium fidei. Per i cristiani il Paese più pericoloso è l’Afghanistan, seguito a ruota dalla Corea del Nord.

Anche in Occidente il cristianesimo è perseguitato. È una persecuzione strisciante, diversa, ma odiosa, pervasiva e gravida di conseguenze nefaste, una persecuzione subdola e costante che colpisce soprattutto la libertà di professare pubblicamente la fede. Una «persecuzione educata», la chiama Papa Francesco. Chi la conosce, la studia e la combatte è Paul Diamond, avvocato britannico, grande difensore della libertà religiosa.

Lei ha seguito alcuni dei più importanti casi di discriminazione contro i cristiani, sia dentro sia fuori il Regno Unito. Trova che da quando sia stato introdotto il reato di «omofobia», che in teoria punirebbe le discriminazioni contro le persone omosessuali, siano in realtà aumentate quelle contro i cristiani?

È dal 1997 che, nel Regno Unito, si assiste a un vero e proprio attacco alle radici culturali giudaico-cristiane del nostro mondo, e contemporaneamente a una vera e propria rinuncia all’uso della ragione.

La lotta per i “diritti” delle persone omosessuali ha quindi rappresentato un ulteriore incentivo alla persecuzione dei cristiani. Non è stata tentata alcuna mediazione. Anzi, la situazione ha indebolito il concetto stesso di civiltà, ed è un vero peccato. L’abbandono dell’uso della ragione che ne è derivato è giunto fino al punto da far sentire molti costretti a dire che un uomo possa diventare donna e viceversa.

Tra i casi di persecuzione che ho seguito c’è quello di un ragazzo che studiava per diventare assistente sociale. Cristiano evangelicale, su Facebook ha reso pubblica la propria opposizione al “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, citando la Bibbia. Il suo post è stato però notato da studenti e autorità accademiche e così l’Università ha deciso di espellerlo, adducendo il pretesto, inaccettabile, che i cristiani non sarebbero adatti a fare gli assistenti sociali perché discriminerebbero gli omosessuali. Ma alla fine abbiamo vinto.

La guerra contro i cristiani è assai concreta e non conosce misericordia. La gente ha molta paura delle derive ideologiche a cui si sta andando incontro in nome di presunti “diritti umani”, ma, nonostante ciò, la forze dell’ordine, i media e gli atenei seguono una nuova agenda politica molto prossima a un neopaganesimo fattuale.

Perché la repressione del dissenso viene messa in atto soprattutto contro i cristiani e molto meno con altre fedi?

La legge non viene sempre applicata allo stesso modo nei confronti di realtà islamiche o di altro tipo. E, ovviamente, i cristiani sono un bersaglio facile.

Dato che i primi casi che ho seguito all’inizio della mia carriera riguardavano i cosiddetti «crimini di odio» ho così finito per specializzarmi in questo campo. Diversi di questi casi coinvolgevano predicatori di strada cristiani che condannavano peccati di natura sessuale. Molti sono stati i casi di cristiani che ho seguito che sono stati addirittura aggrediti o persino fermati dalla polizia perché parlavano per esempio contro la lussuria.

Ricordo il caso di un predicatore di strada che usò parole forti nel confrontare cristianesimo e buddhismo, e che per questo attirò l’attenzione divertita di alcuni poliziotti. Ben diversa fu però la loro reazione quando il predicatore passò ad attaccare l’islam: sono immediatamente intervenuti ad arrestarlo. A Londra, qualche anno fa, durante l’al-Quds Day, la marcia annuale di solidarietà verso i palestinesi, furono dette le cose le cose più scioccanti e disgustose sul popolo ebraico.  Ed è inconcepibile che la polizia non sia intervenuta. In un altro caso alcuni genitori musulmani hanno cercato di impedire che nelle scuole frequentate dai propri figli venisse insegnata l’ideologia gender, organizzando una protesta fuori dalla scuola. Eppure i dogmi LGBT+ sono stati imposti nelle scuole elementari anche ai bambini musulmani.

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