Paritarie: il costo standard resta una chimera

Non approvate in Senato le mozioni finalizzate alla «libertà di scelta educativa». Gallone: «Serve una grande alleanza con le statali, in nome della sussidiarietà»

Zaini

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Last updated on Luglio 30th, 2020 at 03:58 am

Un primo, fondamentale passo è stato compiuto: nelle scorse settimane la commissione Bilancio della Camera ha raddoppiato il fondo per le scuole paritarie, passato da 150 a 300milioni. Si è così evitato il peggio, ovvero che senza questa iniezione di denaro si moltiplicasse la necrosi di paritarie costrette a chiudere a causa della crisi. La battaglia, però, non è finita. L’urlo che si è alzato dalla piazza un mese fa non ha ancora raggiunto l’obiettivo nella sua interezza.

«Libertà di scelta educativa»

Obiettivo rilanciato pubblicamente nei giorni scorsi da suor Anna Monia Alfieri, paladina dei diritti delle paritarie: si tratta del costo standard per studente. Il tema è stato al centro di una mozione presentata in Senato da Forza Italia. La senatrice Alessandra Gallone, tra i firmatari del testo, spiega a “iFamNews” che «attualmente per lo Stato il costo corrente medio per uno studente della statale è di oltre 8mila euro, mentre per uno studente della paritaria è di 500/600 euro. Ebbene, per un valore medio di 4mila euro a famiglia, sarebbe garantita la libertà di scelta educativa».

Quei 4mila euro rappresentano una “quota capitaria”, che lo Stato elargisce direttamente ad ogni singola famiglia, la quale decide autonomamente se utilizzarla per iscrivere il figlio in una paritaria o in una struttura statale. Secondo i depositari della mozione, oltre a eliminare gli ostacoli economici ai genitori che vogliono formare i figli in una scuola paritaria, garantirebbe allo Stato un risparmio di 270milioni.

La «grande alleanza tra paritarie e statali»

Non solo. La Gallone spiega che un altro obiettivo è la defiscalizzazione delle rette delle paritarie. «Una simile misura sarebbe necessaria almeno per il periodo dell’emergenza, con la speranza che un domani diventi una riforma strutturale». La senatrice forzista sottolinea che, per via della crisi, «molti genitori stanno valutando se iscrivere ancora i figli a una paritaria; laddove tutti decidessero di trasferirli nelle statali, si rischierebbe il tracollo economico per lo Stato». La Gallone confida, poi, in quella che chiama «una grande alleanza tra paritarie e statali», che si traduce nella disponibilità delle paritarie di «fornire i locali delle proprie strutture alle scuole statali». D’altronde queste ultime, anche in ragione delle recenti linee guida ministeriali, sono alla ricerca di nuovi spazi. «Si chiama sussidiarietà», scandisce la Gallone.

Il voto in Senato

Come altre simili che portavano le firme di Fratelli d’Italia e Lega, la mozione di Forza Italia è stata respinta nel tardo pomeriggio di ieri. Dunque, niente costo standard. Approvata, invece, una mozione del Movimento 5 Stelle che impegna lo Stato a intensificare i controlli sulle somme destinate alle paritarie e, «ai fini del rispetto del principio di legalità», impegna le paritarie a rendere pubblica una serie di dati. Lapidaria suor Anna Monia Alfieri: «Se ci sono eccezioni, queste vanno denunciate perché la logica impone che se un controllo c’è ma non è efficace non serve aggiungerne un altro, con una malsana mentalità burocratica tipica dei politici alle prime armi. Se si alimenta la burocrazia, chi ha rubato prima continuerà a farlo, ma si stronca il soggetto serio che sotto il peso della burocrazia – sempre rispettata – soccombe».

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