Egregio Direttore,
in questi giorni l’associazione Avvocatura in missione, insieme a tante altre associazioni, sta levando la propria voce per alimentare una riflessione costruttiva rispetto al tentativo di introdurre nel nostro ordinamento giuridico il reato di opinione.
La posizione dell’associazione è di contrarietà netta al «disegno di legge Zan», che, fingendo di voler tutelare l’orientamento sessuale e l’identità di genere delle persone, introduce invece, di fatto, limitazioni alla libertà di espressione tutelata dall’articolo 21 della Costituzione italiana.
Se infatti l’intento dichiarato è quello di assumere un carattere rispettoso di ogni forma di espressione, nella realtà il «ddl Zan» finisce per imbavagliare tutte le associazioni che abbiano come finalità l’annuncio delle semplici verità fondate sulla legge naturale e sulla realtà del corpo biologico umano.
Insomma, ogni associazione che tuteli la famiglia e la vita potrebbe diventare facilmente oggetto di discriminazione e addirittura di persecuzione.
Negli ultimi tempi questa tendenza è divenuta più evidente, allorché le pretese si sono gravemente ampliate sino a rivendicare il “potere” sulla vita dei più piccoli, per esempio propagandando l’idea che le persone omosessuali possano adottare bambini e con l’intento di imporre la teoria del gender.
Si tratta di ipotesi che, tra l’altro, ledono la libertà di educazione riservata alle famiglie (secondo l’art. 30 della Costituzione), il diritto dell’infanzia a essere protetta (art. 31) e la libertà dell’insegnamento scolastico (art. 32).
Pare insomma evidente che una minoranza esigua come quella che si pretenderebbe di proteggere attraverso il «ddl Zan» non possa godere di tanto potere, cosa che invece sta positivamente avvenendo, se non facesse parte di un progetto più ampio, voluto da “poteri forti” decisi a creare tensioni e disordini sociali.
Per questo noi di Avvocatura in missione auspichiamo che tutte le persone di buona volontà attive in politica e nella gestione della “cosa pubblica”, a qualunque schieramento appartengano, decidano di farsi promotrici dei valori che proteggono sul serio le libertà riconosciute sì dalla Costituzione, ma ora minate da un grave sbilanciamento verso forme di totalitarismo ideologico.