«Nostradomus». Il presidio ospedaliero di Santo Spirito in Sassia

La bellezza della famiglia attraverso storie, apologhi, aneddoti e spunti raccolti oggi per seminare un domani migliore

Il Fondo per l’ambiente italiano (FAI) si occupa di proteggere e promuovere il patrimonio culturale e paesaggistico del Paese. Periodicamente apre al pubblico giardini, palazzi, edifici, orti botanici. In particolare la due giorni autunnale si è svolta il 15 e il 16 ottobre e il TG2 nell’edizione delle 20.30 di sabato vi ha dato ampio risalto, raccontando la bella vicenda del presidio ospedaliero Santo Spirito in Sassia, a Roma, l’ospedale più antico d’Europa.

Nato nel 727 come edificio destinato all’alloggio, all’assistenza e alla cura dei pellegrini che giungevano a Roma per visitare la tomba di san Pietro, è stato riedificato e adibito a ospedale nel 1198, fortemente voluto da papa Innocenzo III (1161-1216). Il desiderio del Pontefice aveva avuto origine da un sogno, in qualche modo legato alla piaga dell’abbandono dei bambini.

Proprio da quella che fu probabilmente la prima «ruota degli esposti», destinata ad accogliere i neonati abbandonati dai genitori, era nata l’idea di allargare poi ai malati il ricovero romano, ricostruito nel secolo XV da un altro Pontefice, Sisto IV (1414-1484).

L’ospedale era dotato di finestre ampie per una buona aerazione, di soffitti alti e di infinite corsie che nel tempo hanno accolto sino a mille malati. Nel tiburio veniva prodotta della musica, considerata un aiuto alla terapia degli infermi ricoverati e alla lattazione da parte delle nutrici che si occupavano dei piccoli orfani.

L’idea che il malato dovesse essere considerato come «un re da servire e curare in una struttura gratuita e organizzata», racconta ancora il servizio dedicato al FAI dal TG2, ispirò poi gli ospedali di tutta l’Europa.

Il servizio è visibile qui, a partire dal minuto 24.10.

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