Nigeria, dalle proteste anti-governative alla persecuzione dei cristiani

Le folle protestano contro la violenza della polizia e gli islamisti ne approfittano per colpire

Proteste ad Abuja, Nigeria - Image from Wikimedia Commons

Proteste ad Abuja, Nigeria - Image from Wikimedia Commons

Last updated on Novembre 8th, 2020 at 09:10 am

I cristiani sono tra le vittime delle sommosse che stanno scuotendo la Nigeria. Dal 7 ottobre nel Paese africano sono in atto proteste contro le forze dell’ordine, in particolare contro la Special Anti-Robbery Squad (SARS), un’unità speciale di polizia accusata di abuso di potere e di violazioni dei diritti umani. La situazione è presto degenerata in violenti tafferugli repressi nel sangue: qualche giorno fa Amnesty International stimava 56 morti dall’inizio delle agitazioni.

Attacchi ai cristiani

E molto del sangue che scorre continua a essere quello dei cristiani. Il caos generale ha provocato una recrudescenza delle persecuzioni nei loro confronti. Il sito Evangelical Focus rilevava la scorsa settimana che i disordini «hanno assunto una dimensione religiosa con attacchi contro cristiani ed edifici ecclesiastici». Il pretesto sarebbe stata la partecipazione di gruppi confessionali (cattolici e protestanti) alle pacifiche manifestazioni: alcune schiere di musulmani hanno colto l’occasione per attaccarli.

Le vittime

Su Morning Star News è stata pubblicata la lettera di un uomo che racconta come «una pacifica passeggiata di preghiera per chiedere l’aiuto di Dio per il nostro Paese, la Nigeria, è stata improvvisamente accolta da colpi di pistola dalla folla musulmana». Sarebbero rimasti feriti tre pastori e un vescovo protestanti, inoltre il Dunamis International Gospel Centre, ad Abuja, sarebbe stato danneggiato. Altri attacchi a edifici di culto si sono registrati a Bukuru e a Jos, nello Stato di Plateau, e a Kano, nell’omonimo Stato. Qui sarebbero state anche uccise diverse persone, tra cui due ragazze assalite dagli islamisti con machete e pugnali. Altri otto omicidi di cristiani si sarebbero registrati anche ad Abuja.

Cattolici nel mirino

Alle manifestazioni di protesta sta aderendo anche la Conferenza episcopale nigeriana, la quale invita i partecipanti a «non cedere alle provocazioni o agli incitamenti alla violenza». Il sito in lingua francese VOA Afrique racconta che molti religiosi cattolici hanno partecipato ai diversi cortei in giro per il Paese, per chiedere alle istituzioni di intervenire affinché venga diradato il clima di violenza che aleggia. Un clima cui concorrono le SARS e i gruppi islamisti come Boko Haram e i pastori fulani. Questi ultimi hanno ucciso mille cristiani soltanto tra gennaio e novembre 2019, come rilevato da un intergruppo parlamentare per la libertà religiosa del parlamento del Regno Unito. E recentemente, si legge ancora su VOA Afrique, quattro seminaristi cattolici sono stati rapiti a Kaduna e uno di loro è rimasto ucciso.

171 cristiani massacrati in 3 settimane

Sulle violenze in Nigeria è intervenuto anche Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast, impegnata con diverse iniziative nel Paese africano. «Speriamo vivamente che gli animi si possano calmare, che tutte le richieste della popolazione possano essere accolte, ma soprattutto che la violenza cessi, troppe vite sono in pericolo e questo è inammissibile», l’auspicio di Di Leo, che prosegue: «Vedere forze di polizia che aprono il fuoco sui manifestanti è agghiacciante. Tra l’altro in questi ultimi giorni la popolazione è venuta a conoscenza che i governi dei vari Stati hanno stipato, senza distribuirle, scorte di cibo che dovevano essere utilizzate per l’emergenza Covid a favore di tutta la popolazione. Quindi mentre la popolazione moriva di fame per la pandemia, il cibo è stato tenuto lì per essere rivenduto successivamente ad emergenza finita. Uno scandalo che ha fatto alzare il livello della rivolta. In tutto il Paese strutture simili vengono prese d’assalto per distribuire finalmente il cibo alla popolazione. In un mondo interconnesso, i giovani nigeriani si stanno ribellando al potere che li schiaccia da 60 anni». Il coprifuoco è stato intanto revocato a Lagos, l’ex capitale del Paese, città in cui si sono registrati in queste settimane i maggiori disordini. Ma SARS a parte, quello della violenza, specie nei confronti dei cristiani, è un vulnus difficile da estirpare in Nigeria. Un’agenzia internazionale di assistenza ai cristiani perseguitati, il Barnabas Fund, ha comunicato il 4 agosto che almeno 171 cristiani sono stati massacrati dai fulani nell’arco di tre settimane.

Exit mobile version