«Leggiamo dagli articoli che stanno uscendo mano mano che i partiti di +Europa con Emma Bonino ed Azione con Carlo Calenda hanno espresso la loro candidata come Presidente della Repubblica: Marta Cartabia. Ma proprio in questi giorni in cui è tornato il dibattito sui diritti grazie al lancio del referendum per i Matrimoni Egualitari questa scelta ci sembra decisamente anacronistica oltre a lasciarci perplessi».
Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, primo firmatario del neonato Comitato «Sì Matrimonio Egualitario» e portavoce del Partito Gay – LGBT+. Perché? Perché la Cartabia «da sempre dichiara che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenze e non permette il matrimonio agli omosessuali», e Marrazzo è sgomento perché, oltre a quell’accipicchia di Costituzione italiana che dice le cose che dice (chissà come si permette), la candidatura della Cartabia (costituzionalista e ministro della Giustizia che, come si permette?, ripete la Costituzione italiana) «è stata proposta proprio da quei partiti che si dichiarano liberali, progressisti e pro LGBT+».
Lasciamo questa guerra civile fra “illuminati” a fare il proprio corso. Notiamo che in Italia la Sinistra comunista prima e i sinistri pro-LGBT+ subito dopo pongono veti a raffica sulle candidature alla massima carica dello Stato italiano ritenendo discriminanti niente meno che i princìpi non negoziabili: l’aborto i comunisti, la famiglia naturale gli altri.
Il che di per sé conforta. Non sono spariti, i princìpi non negoziabili: non si sono estinti, ci sono ancora. Un certo mondo li avversa, noi li difendiamo. Ma se per qualcuno sono l’ostacolo alla candidatura di una determinata figura alla presidenza della repubblica, è lecito che per altri – tra cui noi – siano invece il giusto viatico. Ci sarà qualcuno, fra i grandi elettori, che tiene conto di questo popolo italiano?