Netflix, lolite e Joe Biden

Lo scandalo «Cuties» cresce. Se ne interessa anche la politica. Intanto si scoprono cose interessanti

Image by Jorge Gryntysz from Pixabay.com

Cuties è un film semplicemente scandaloso, e infatti le polemiche ‒ fortunatamente ‒ non si placano.

Benché qualcuno trovi la pellicola assurdamente «educativa», la sovraesposizione ipersessualizzata di bambine di 11 anni è talmente insostenibile che addirittura la politica se ne sta occupando. Ed è un gran bene.

Non perché sia bene che tutto venga sempre politicizzato, ma perché la politica è l’arte di governare la comunità degli uomini e come tale non può esimersi dal prendere posizione a fronte a di una violazione tanto grave della decenza minima con cui gli uomini debbono imparare, se già non lo sanno fare, a fare i conti per convivere discretamente gli uni con gli altri.

Magari la politica si occupasse più spesso di questioni serie, tralasciando il nulla di cui troppo sovente si occupa.

Ultimo in ordine di tempo è intervenuto il governo brasiliano, che, esattamente come chiesto da “iFamNews” e da moltissimi altri nel mondo, pretende il ritiro immediato della pellicola dalla piattaforma Netflix che la distribuisce, avviando al contempo un’indagine giudiziaria per valutare se Cuties, sbattendo sullo schermo delle bimbette costrette dallo script a movenze e atteggiamenti lascivi, non violi addirittura la legge.

Certo, dirà subito qualcuno, il governo brasiliano è quello di Jair Bolsonaro, affetto da machismo conclamato e ovviamente non tanto raffinato da cogliere la sottigliezza con cui si strumentalizzano delle bimbe per far passare il “messaggio”. Ma noi tiriamo diritto, e registriamo che, se addirittura il governo di un Paese s’indigna per questo film, occorrerà che qualcuno getti subito acqua sul sacro fuoco “educativo” e torni a più miti consigli.

Del resto anche il senatore Repubblicano degli Stati Uniti Ted Cruz ha chiesto l’avvio di un’indagine che verifichi se esistano gli estremi della violazione di legge in ambito pedopornografico. E idem ha fatto il suo collega di partito e di assise, il senatore Mike Lee.

Gente di destra, si commenterà. Capita, rispondiamo noi. Soprattutto quando la Sinistra non dorme. Perché attorno a questa storia imbarazzante saltano all’occhio due fatti piuttosto interessanti.

Il primo è che, appena prima che l’“uragano Cuties” si abbattesse sul mondo, Bela Bajaria, ex miss India, una delle maggiori donatrici di denaro alla campagna elettorale del Democratico Joe Biden, campione di diritto all’aborto e ideologia gender, ha assunto il ruolo di supervisore mondiale dei contenuti originali di Netflix.

Il secondo è che una delle starlette dell’universo illuminato e progressista sempre di Netflix, Jerry Harris, è sotto indagine per avere sollecitato foto nude da minorenni. Harris è uno dei protagonisti di Cheer, la “docuserie” dedicata alla più nota scuola statunitense di cheerleader, quella di Corsicana, in Texas. Anche lui figura nella lista dei donatori di Biden e pare che i documenti lo inchiodino.

Decisamente è un caso, anzi sono due. Ma immaginatevi che gran fiction per la tv si potrebbe scrivere su un corto circuito che da Netflix arrivasse al sesso dei minorenni transitando per Joe Biden con tanto di pedaggio. Solo che Netflix non lo trasmetterebbe.

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