Quel suo primo successo lo ha marchiato a vita. A distanza di quasi un trentennio, In te, una delle poche canzoni antiabortiste nella storia della musica leggera italiana, è ancora ben presente nella memoria del pubblico, della critica e, soprattutto, del suo autore-interprete: Filippo Neviani, in arte «Nek». Il cantautore di Sassuolo ha recentemente pubblicato A mani nude, l’ autobiografia uscita in occasione dei suoi cinquant’anni.
Nek ha rievocato la canzone che lo fece conoscere al grande pubblico, al Festival di Sanremo del 1993, sia nel libro sia in un’intervista al Corriere della Sera dove ricorda le aspre critiche giunte a mezzo stampa nei confronti di un brano che, come egli stesso ricorda, fu «strumentalizzato a scopo politico.
Non si trattava più del cantante arrivato per la prima volta a Sanremo, ma uno slogan da fronteggiare. Tutto quello che ne è scaturito è stata un’intolleranza della stampa che non è andata per il sottile anche negli anni successivi». C’è chi definì In te «un aborto di canzone sull’aborto». Elio e le Storie Tese, da parte propria, si cimentarono in una cinica parodia del brano, che, suo malgrado, contribuì alla popolarità di Nek.
«La vita è un dono, nessuna libertà vale contro di essa»
Già tre anni fa, in un’intervista precedente, sempre in merito a quel primo Sanremo del 1993, Nek aveva dichiarato: «È il Festival che ho vissuto peggio. Oggi il pezzo di denuncia a Sanremo è sdoganato, allora venni messo ingiustamente alla gogna». Dopo quasi trent’anni dal suo controverso debutto, il cantante riafferma le sue posizioni pro-life: «Oggi come la penso? Non ho cambiato idea. In certe situazioni bisogna trovarcisi, ma la vita è un dono di Dio e va sempre difesa».
Nel 2013 il cantante emiliano dichiarò che, indipendentemente dal credo religioso, «essendo beneficiari di un dono così grande, noi non abbiamo la libertà di decidere il destino di un altro individuo che, per altro, non può né intendere, né volere». Aggiungendo: «Non possiamo decidere della vita altrui, non c’è concesso questo diritto e chi, invece, sostiene il contrario non fa che camuffare con la parola “libertà” un atto tanto estremo quanto terrificante».
Oggi, Nek, sposato da 16 anni e padre di una bambina di 12, è molto attivo nella comunità Nuovi Orizzonti e, nel 2018, ha realizzato un docufilm assieme a volontari impegnati in una missione in Brasile, nei pressi di Fortaleza. Obiettivo: tenere lontani i bambini e i ragazzi delle favela dalla droga, dalla violenza e dallo sfruttamento. Nek ha compreso ulteriormente il valore della vita nel novembre 2020, a seguito di un gravissimo incidente in cui ha rischiato seriamente di morire. Per lui la vita è da tutelare in ogni momento e su questo punto lo star system non gli ha mai fatto cambiare idea.