Mons. D’Ercole: «Fermiamo il ddl Zan»

Siamo liberi di manifestare la nostra opinione e pronti al confronto con tutti

Mons. Giovanni D'Ercole

Il vescovo mons. Giovanni D’Ercole osipte della pagina Facebook dell’agenzia per la stampa Informazione cattolica: «Si preghi per bloccare il DDL Zan sull’omofobia»

Vi chiedo di pregare per una intenzione particolare. Domani pomeriggio l’ufficio di presidenza della commissione giustizia del Senato è chiamato a decidere se incardinare o meno il DDL Zan sull’omofobia.

Preghiamo perché al nostro Paese sia risparmiata questa legge sulla quale la conferenza episcopale italiana si è già pronunciata in modo molto chiaro il 10 giugno dello scorso anno.

Rileggiamo insieme quello che la CEI ha detto: “non si riscontra alcun vuoto normativo ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni.Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”.

Fin qui il comunicato della CEI. La legge è già stata migliorata ma ha bisogno di ancora una riflessione perché nulla di molto significativo mi pare sia cambiato nella formulazione del testo modificato alla Camera e ora proposto al Senato.Permane intatto, secondo moltissimi cittadini italiani tra i quali anche me, il rischio della deriva liberticida e dell’indottrinamento dei giovani mediante le teorie del “Gender” che papa Francesco ha definito “sbaglio della mente umana”.Pur rispettando le opinioni di tutti ci si chiede se in questo tempo di Covid sia proprio urgente spaccare l’armonia del popolo italiano già tanto sofferente con un argomento così divisivo. Come cittadini lavoriamo perché non prevalga la visione della vita che veicola questa legge .

Come cristiani preghiamo perché il Signore illumini la mente e il cuore dei politici chiamati a decidere su questa legge che una parte considerevole degli italiani considera per lo meno non necessaria e taluni pericolosa. Siamo nella Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno per i cristiani, e penso che non pochi deputati e senatori d’ispirazione cristiana lavoreranno perché un argomento così delicato sia rimandato a tempi di più attenta e pacato confronto.

Noi carissimi non facciamo polemiche ma preghiamo, liberi di manifestare la nostra opinione e pronti al confronto con tutti.

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