Milano stacca i biglietti per il giro turistico LGBT+

Puntare al turismo è giusto, sfruttare le persone per motivi economici no

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Che un amministratore pensi di dover intervenire a un evento in preparazione di una manifestazione dedicata al turismo, un settore messo in ginocchio dalla crisi pandemica, che spera possa portare un beneficio economico alla propria città, il cui bilancio presenta difficoltà importanti, è ovvio. È ciò che ha fatto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, venerdì scorso.

Quello che invece è inaccettabile è lo sfruttamento delle persone per motivi economici, ovvero quanto accaduto, sempre venerdì scorso, quando il sindaco Sala ha aperto i lavori degli Stati generali europei del turismo LGBT+, decidendo di “cavalcare la tigre” della targhetta LGBT+ semplicemente per le forze politiche che la sfoggiano sulla giacca. È un sospetto lecito, questo, altrimenti si fatica a capire per quale motivo il turismo LGBT+ dovrebbe essere preferito al turismo in generale o al turismo di altre categorie specifiche di persone, quello per gli anziani, per esempio, o per i disabili, o per le famiglie numerose, o con bambini piccoli. Invece no: si sceglie di ridurre le persone a funzioni, gusti e orientamenti sessuali, per poi metterle in vetrina, facendo pagare il biglietto.

Esistono in Italia fiere specifiche per altri settori specifici, ma, come dichiara ad «iFamNews» Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia), consigliere comunale a Milano, «non se ne sente quasi parlare, non con tutta l’enfasi con cui invece a Milano ci si riempie la bocca con le parole “turismo LGBT+”. Invece, il turismo è una risorsa enorme per il nostro Paese e anche per la mia città, ma deve essere il turismo di tutti, per tutti».

«Si può rinunciare a un evento che porti a Milano un indotto?» si domanda ancora la Valcepina. «È difficile farlo, e la posizione del sindaco è quella di un amministratore, che pensa che il turismo vada potenziato. È il marchio ideologico che non condivido, e il fatto che il discorso commerciale si mischi a quello culturale. Chiunque desidera politiche che lo agevolino, qualunque categoria sociale, ma non sono d’accordo a ghettizzare il turismo, che deve essere invece una risorsa di cui possa godere tutta la città, che a propria volta deve essere una città per tutti».

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