Messa di Mezzanotte, governo vergognoso

A Palazzo Chigi dimenticano il Concordato

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Last updated on Dicembre 27th, 2020 at 09:38 am

Niente deroghe ai fedeli la notte di Natale. L’ultimo Dpcm ha confermato quanto previsto: il coprifuoco rimane dalle ore 22 anche la sera del 24 dicembre. Dunque, per non incappare in sanzioni, non si potrà partecipare a eventuali Messe di mezzanotte. “iFamNews” ne parla con il canonico Carlo Giuseppe Adesso, arciprete della Cattedrale di San Leo, in provincia di Rimini, e docente di Storia della Chiesa.

Cosa rappresenta la Messa di mezzanotte in termini liturgici?
La mezzanotte è l’ora dello Sposo che viene: «A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!», ricorda il Signore stesso nei Vangeli. L’Incarnazione del Verbo è sempre stata interpretata dagli autori cristiani come l’unione sponsale di Cristo con l’umanità, nella carne che viene ad assumere dalla Maria Vergine. E i cristiani vegliando, come le vergini sagge, attendono il Sole di giustizia, che esce come Sposo dalla stanza nuziale. La Messa di mezzanotte è dunque molto di più della sacra rappresentazione della Nascita di Gesù.

Non la si può allora anticipare?
Ragioni di opportunità, come il favorire anziani e bambini, suggeriscono a parroci e vescovi di anticipare l’orario di inizio della Messa di mezzanotte. È cosa comprensibilissima e legittima. Purché siano però parroci e vescovi a decidere, non altri. Insomma: il problema non è l’orario di inizio della Messa di Natale, ma chi lo decide.

A proposito di decisioni altrui e di battute, come valuta l’uscita del ministro per gli Affari regionali e Autonomie, Francesco Boccia, che ha detto: «Non è eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima»?
Inizialmente ho pensato si trattasse dello scherzo di qualche imitatore talentuoso. Quando poi ho appurato che non si trattava di uno scherzo, non ho potuto non pensare a una battuta dell’Amleto di William Shakespeare (1564-1616): «O vergogna dov’è il tuo rossore?». Forse non tutti sanno che tra Chiesa e Stato Italiano vige un accordo, chiamato Concordato. L’articolo 2 di quell’accordo bilaterale vincolante, recita queste esatte parole, che peraltro riflettono quanto scritto nell’articolo 7 della Costituzione italiana: «la Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica».

In una bozza di testo circolata la scorsa settimana l’Unione Europea consiglia ai governi di vietare le Messe di Natale per evitare contagi. Una violazione della libertà di culto?
Se le parole di Boccia mi hanno ricordato una battuta di Shakespeare, quelle dell’Unione Europea mi hanno fatto tornare in mente un articolo di Claudio Morpurgo, già presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, in occasione dei 50 anni dell’Unione Europea: «Viviamo in un’Europa dove prevale l’impostazione laicista della convivenza. Solo apparentemente neutrale, ma in realtà assolutamente ideologica. Pericolosissima… Il modello nichilista genera mostruosità». Analisi lucidissima e attuale.

Tornando all’Italia, spostare la Messa ritiene abbia un senso in termini sanitari?
Ho letto e udito parole fondatamente perplesse proferite da personaggi autorevoli del mondo della scienza e della cultura, personaggi cioè al di fuori di ogni sospetto si partigianeria e di confessionalismo. Alla loro perplessità mi permetto di aggiungere la mia.

Durante le funzioni le chiese sono luoghi abbastanza sicuri rispetto alla possibilità di contagiarsi?
I nostri vescovi non hanno cessato di raccomandarci prudenza e rigore nell’evitare qualsiasi rischio di contagio. Probabilmente tale “assillo” era motivato dal fatto che in un certo frangente dell’emergenza, ci siamo sentiti un po’ “nel mirino”. Tuttavia i fedeli si sono dimostrati encomiabili nel rispetto dei protocolli sanitari. Noi parroci ce l’abbiamo messa tutta. E i risultati – grazie al buon Dio – ci stanno dando ragione. L’intransigenza e l’accanimento (mi si perdoni il termine) nei confronti della Messa di Mezzanotte mi pare eccessivo. Forse un pizzico di fiducia in più la comunità cristiana l’avrebbe meritata.

L’arciprete Carlo Giuseppe Adesso nella basilica di San Leo (RN)
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