Il 25 settembre 2025, il Consiglio nazionale slovacco ha approvato uno storico emendamento costituzionale che definisce il genere strettamente come maschio o femmina. La misura, approvata con 90 voti favorevoli, 7 contrari e 2 astensioni, è salutata dai sostenitori come una difesa dei valori tradizionali e una riaffermazione della realtà biologica nella legge.
L’emendamento dichiara che “la madre è una donna e il padre è un uomo”, sancendo esplicitamente una definizione biologica di genere nella costituzione slovacca. Vieta inoltre la maternità surrogata, afferma il diritto di un bambino di conoscere i propri genitori biologici e garantisce che uomini e donne ricevano pari retribuzione per lo stesso lavoro. Inoltre, la legge rafforza i diritti dei genitori sull’educazione dei propri figli, limitando le interferenze esterne nell’educazione morale e culturale.
I legislatori che hanno sostenuto l’emendamento hanno sostenuto che questi cambiamenti erano necessari per preservare l’identità culturale della Slovacchia e resistere alle pressioni esterne per adottare politiche di genere e familiari più radicali. Stabilendo definizioni chiare e proteggendo l’autorità dei genitori, il paese sta proteggendo le generazioni future da esperimenti ideologici imposti da istituzioni internazionali.
La mossa è stata fortemente sostenuta dal Movimento Cristiano Democratico (KDH) e dall’Unione Cristiana, che per primi hanno avanzato la proposta all’inizio di quest’anno. La loro coalizione ha sottolineato che l’emendamento è in linea con il patrimonio cristiano della Slovacchia e riflette la volontà della maggioranza dei cittadini che valorizzano la famiglia, la fede e la tradizione.
Con questa decisione, la Slovacchia diventa una delle poche nazioni europee a definire costituzionalmente il genere in termini biologici e a vietare completamente la maternità surrogata. L’emendamento è sia una forte presa di posizione per la sovranità nazionale sia per la verità del genere biologico.