L’autorità di regolamentazione irachena vieta l’uso di “omosessualità” e “genere” nei media, imponendo il termine “devianza sessuale”

La direttiva si estende alle compagnie telefoniche e internet autorizzate dalla CMC, vietando loro di utilizzare questi termini nelle loro applicazioni mobili.

Iraqi anti-government protesters wave the national flag during a student demonstration in the southern city of Basra, on February 6, 2020, after a night of violence blamed on supporters of a powerful cleric. - Anti-government protesters vowed to push on with their wave off rallies as they buried seven fellow activists killed overnight in violence blamed on supporters of Shiite Muslim cleric Moqtada Sadr, a militiaman-turned-politician with a cult-like following, who raided a protest camp in Iraq's shrine city of Najaf late on February 5. (Photo by Hussein FALEH / AFP) (Photo by HUSSEIN FALEH/AFP via Getty Images)

La Commissione irachena per le Comunicazioni e i Media (CMC) ha emesso una direttiva a tutte le società di media e social media che operano in Iraq, istruendole a non utilizzare il termine “omosessualità” e a usare invece l’espressione “devianza sessuale”. Il documento della CMC afferma anche che l’uso del termine “genere” è vietato. Questa direttiva si estende alle compagnie telefoniche e internet autorizzate dalla CMC, vietando loro di utilizzare questi termini nelle loro applicazioni mobili.

Sebbene la decisione richieda ancora l’approvazione finale, un portavoce del Governo ha confermato la direttiva. Il regolatore non ha ancora stabilito la sanzione per la violazione della regola, ma potrebbe potenzialmente includere una multa.

L’Iraq non criminalizza esplicitamente il sesso gay, ma alcune clausole morali del suo codice penale sono state utilizzate per colpire le persone che si identificano come LGBT. Negli ultimi mesi, i partiti politici iracheni hanno intensificato le critiche ai cosiddetti diritti LGBTQ+, con bandiere arcobaleno bruciate durante le proteste delle fazioni musulmane sciite che si oppongono alle bruciature del Corano in Svezia e Danimarca.

Vale la pena notare che più di 60 Paesi al mondo criminalizzano il sesso gay, mentre gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso sono legali in oltre 130 Paesi, secondo Our World in Data.

Exit mobile version