Last updated on Luglio 21st, 2021 at 09:46 am
In Italia «[…] siamo una società razzista, maschilista e omofoba». Non lo dice l’on. Alessandro Zan, bensì il padre gesuita Giacomo Costa, direttore del periodico Aggiornamenti sociali, ma è la stessa cosa. Una sciocchezza e una cafonata. Indegna, ingiusta. Sì, insomma, stupida.
Offre del Paese un’immagine perversa e, da cittadino italiano convinto che la responsabilità sia sempre personale, sono profondamente offeso.
Ma padre Costa se ne batte e definisce il «ddl Zan», ora all’esame del parlamento che rappresenta questa «società razzista, maschilista e omofoba», una «legge di cui c’è bisogno». Altra bugia.
Non ce n’è affatto bisogno. Se non per imporre il credo di una minoranza, ridurre lo spazio della libertà, imporre il consenso, ridurre i diritti.
Come una bugia è dire che chi avversa il «ddl Zan» stia manipolando la realtà e accampando – appunto – scuse inesistenti di lesione della libertà di espressione. La letteratura sul punto è ampia, eterosessuale e omosessuale, laica e cattolica. Solo padre Costa non l’ha letta: evidentemente è stato impegnato a cesellare il proprio endorsement alla proposta Zan.
Dice padre Costa che «la priorità è la difesa della persona contro ogni violenza e contro ogni discriminazione». Anzi, è proprio questa la ratio di quel suo editoriale che lo ha distratto dal leggere cose serie in materia, editoriale che appunto s’intitola Ddl Zan: prima le persone. Meraviglioso. Esattamente come noi. Come ci sforziamo di fare quotidianamente, con tantissimi altri, anche noi di International Family News.
Quindi padre Costa ci sta promettendo il prossimo editoriale in cui, essendo «la priorità [..] la difesa della persona contro ogni violenza e contro ogni discriminazione», impegnerà l’influente periodico che ha l’onore di dirigere nella denuncia sistematica e costante di tutti i soprusi di cui sono vittime le persone nell’Italia contraddistinta da una «società razzista, maschilista e omofoba» così come nel mondo: le persone ancora nel grembo delle proprie madri fatte a pezzi dall’aborto a milioni (6 nei 40 anni appena celebrati dell’aborto italiano) con una pratica che il suo e il mio Papa, gesuita come lui, definisce da «sicario»; le persone uccise dall’aborto reso alla stregua di un mal di testa mediante pillole killer; le persone rese merce dalla «maternità surrogata» e dalla tratta che ne consegue; le persone eutanasizzate; le persone sfregiate nel loro diritto a vivere in una famiglia naturale – che il suo e il mio Papa, gesuita come lui, definisce nascere «[…] dall’unione armonica delle differenze tra l’uomo e la donna, capace di aprirsi alla vita e agli altri» – e in una società sana; le persone che, ancora in tenera età, vengono sottoposte a «riassegnazione del gender»; le persone oggetto d’indottrinamento gender nelle scuole in base a quella teoria che il suo e il mio Papa, gesuita come lui, definisce uno «[…] sbaglio della mente umana»; le persone violentate dalla pornografia toccasana come dice l’UNICEF e resa “arte”.
Mi consentirà, invece, padre Costa di dubitare che ciò avvenga.
Ho l’onore di dirigere International Family News, che non è una testata confessionale. Io però mi sforzo, e prego, di provare a essere ogni giorno cattolico. Sono basito e indignato dell’aiuto dato da padre Costa agli ideologi che stanno cercando d’imporre anche all’Italia un arretramento di civiltà e una legge infaustamente liberticida com’è quella proposta dall’on. Zan. Io sono più piccolo di padre Costa e lui mi ha scandalizzato. Con gente come padre Costa abbiamo perso in partenza.
Fortunatamente in Italia non c’è però solo padre Costa, un sacerdote cui piacerebbe correggere il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2357 perché cita la dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Persona humana, del 1975, al n. 8 (e non Aggiornamenti sociali), dove dice che «[…] gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati», in più avvitandosi in una disgustosa lezioncina di parasemantica impartita per far passare artatamente tutti come antisemiti laddove equipara la cosa all’uso (passato, soppresso) dell’espressione «perfidi giudei» nella preghiera liturgica del Venerdì Santo. Gli basterebbe Wikipedia per rendersi conto della frescaccia o una fonte al di sopra di ogni sospetto come Andrea Tornielli.
Ecco perché, secondo padre Costa, c’è bisogno di una legge come quella proposta dall’on. Zan. Per mettere il bavaglio persino al “Catechismo”. Bella predica.
Sogno che i suoi superiori nella Chiesa Cattolica che è in Italia dicano presto a padre Costa che stavolta ha proprio sbagliato mira.