India, lotta agli aborti di genere

Soprattutto i controlli serrati della polizia nelle cliniche abortiste sembrano contribuire a preservare la vita delle bambine indiane nel grembo materno

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«La preferenza per i figli maschi, in India, considerati capifamiglia che porteranno avanti il ​​cognome della stirpe ed eseguiranno secondo tradizione i riti funebri per i genitori, ha portato all’aborto illegale di milioni di feti femmine, in particolare negli Stati del Nord, come l’Haryana», fra il Punjab, l’Uttar Pradesh, l’Uttarakhand e il Rajasthan. Anche «iFamNews» ne ha parlato, in numerose occasioni.

Forse, però, il vento sta cambiando. «Gli ultimi dati forniti dal governo e le testimonianze di donne e personale sanitario suggeriscono che la tendenza si stia modificando, grazie all’istruzione, al successo delle donne indiane che ricoprono ruoli “di alto profilo” negli affari e nello sport e alla repressione delle cliniche che praticano aborti illegali di bambine».

Per la prima volta, l’indagine condotta a livello nazionale sulla salute della famiglia (NFHS) nel Paese e relativa al biennio 2019-21 ha rilevato che le femmine sono più numerose dei maschi, con 1.020 nascite rispetto a mille maschi. Nell’ultimo censimento NFHS, quello del biennio 2015-16, si erano registrate 991 femmine ogni mille maschi.

Nonostante la discriminazione nei confronti delle femmine non sia scomparsa dalla cultura tradizionale, dalla mentalità comune e dalla vita quotidiana delle donne indiane, uno spiraglio positivo appare fra i numeri.

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