Last updated on aprile 17th, 2020 at 01:15 am
La pandemia da coronavirus sta svelando gli aspetti più sinistri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Lo ritengono in tanti, a cominciare da una potenza geopolitica tutt’altro che soddisfatta del modo in cui la struttura sovranazionale stia gestendo l’emergenza sanitaria. E le perplessità sull’operato dell’OMS attanagliano anche i pensieri dei pro-lifer di tutto il mondo.
L’aborto come servizio essenziale
La questione che lascia attoniti gli attivisti per la vita è l’aborto. Come riporta The Daily Caller, per l’OMS «durante l’epidemia di Covid-19 i servizi relativi alla salute riproduttiva sono considerati servizi essenziali». Tradotto: nonostante il sovraccarico degli ospedali, gli aborti devono continuare a essere praticati. Si può rinunciare a visite non urgenti e persino, in certi casi, alle chemioterapie, ma non all’aborto. Del resto, per l’Organizzazione guidata dall’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, «le scelte e i diritti delle donne in materia di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva devono essere rispettati, indipendentemente dall’infezione di Covid-19». Si sottolinea poi che «l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva è parte integrante […] del raggiungimento del diritto alla salute».
In perfetta sintonia con l’OMS è l’atteggiamento assunto dall’Italia. Come documentato da “iFamNews”, negli ospedali del Belpaese si continua ad abortire. La legge 194/78, infatti, considera l’aborto una prestazione medica non differibile giacché si può praticare soltanto entro 90 giorni dal concepimento del bambino. In alcuni Stati degli USA, come l’Ohio, accade invece il contrario. Qui, a partire dal 18 marzo, tutti i servizi medici e le procedure chirurgiche non essenziali debbono essere sospese. Tra questi, rientra anche l’aborto. L’obiettivo di tale misura, come raccomandato dalla Casa Bianca, è risparmiare energie per farle convergere contro il coronavirus.
«OMS filo-cinese»
A proposito di Casa Bianca, l’umore che si percepisce tra i corridoi del palazzo presidenziale di Washington è tutt’altro che favorevole nei confronti dell’OMS. Il presidente Donald J. Trump ha rilasciato una dichiarazione che, se sarà seguita dai fatti, avrà un effetto dirompente. Il presidente ha infatti affermato che gli Stati Uniti, primo Paese per contributi all’OMS, potrebbe congelare i fondi all’Organizzazione. L’ex tycoon l’ha accusata, in un tweet, di aver «veramente sbagliato tutto» e di essere filo-cinese. Poi, nel corso di un incontro con i giornalisti, Trump ha aggiunto: «Sospenderemo i soldi spesi per l’OMS». Incalzato da un cronista, il presidente statunitense è stato leggermente più cauto: «Valuteremo lo stop ai fondi». Il Congresso federale degli Stati Uniti ha già del resto autorizzato uno stanziamento di 122 milioni di dollari per l’OMS. Per l’Organizzazione, ritrovarsi senza una cifra di tale entità potrebbe equivalere a chiudere i battenti.
A dar man forte al presidente Trump è il senatore Repubblicano Lindsey Graham. Intervistato da FoxNews, ha detto: «Nella prossima proposta di stanziamenti, non ci saranno soldi per l’OMS. Sono responsabile della Sottocommissione per gli stanziamenti. Non sosterrò il finanziamento dall’OMS sotto la sua attuale leadership. Sono stati ingannatori, lenti e apologeti dei cinesi». Graham ha quindi ribadito che «fino a quando non cambieranno comportamento e avranno una nuova leadership, penso che sia nel miglior interesse degli Stati Uniti trattenere i finanziamenti». Per il senatore Repubblicano i soldi statunitensi potranno essere di nuovo versati quando i vertici dell’OMS «capiranno che sono lì per aiutare il mondo a combattere le malattie, non per scusarsi con la Cina».
Ma di cosa parlano esattamente gli esponenti d’Oltreoceano quando accusano l’OMS di essere a servizio di Pechino? Di omissioni. Se il primo caso di contagio a Wuhan risale al 17 novembre scorso, tuttavia ancora il 12 gennaio, quasi due mesi dopo, l’OMS, nonostante il grido d’allarme di eroici medici cinesi silenziati dal regime, minimizzava e affermava che non vi fossero prove che «il morbo si trasmette da un essere umano all’altro». E ancora, a inizio febbraio l’Organizzazione lodava Pechino per la gestione dell’epidemia. Non sarà mica che tutto ciò si spiega con una contiguità tra vertici dell’OMS e regime cinese?
Ma le polemiche non finiscono qui. Sempre FoxNews, nei giorni scorsi, ha dato notizia di una conferenza stampa del 30 marzo durante la quale Michael Ryan, direttore del Dipartimento emergenze dell’OMS, ha affermato che, al fine di evitare la trasmissione intrafamiliare del virus, bisognerebbe prelevare dalle proprie famiglie le persone potenzialmente infette ed isolarle . Il tutto ‒ ha precisato, bontà sua ‒ «in maniera sicura e dignitosa». Qualcuno ‒ come il giornalista di FoxNews ‒ ravvisa in questa proposta il sinistro tentativo di violare il diritto all’unità familiare.