Il presidente della Corte costituzionale spagnola è accusato di prevaricazione nella deliberazione della legge sull’aborto

Gli Avvocati cristiani hanno intentato una causa contro Conde-Pumpido e hanno chiesto alla Corte Suprema di sospendere la sessione plenaria della Corte costituzionale in cui si discute la questione dell'aborto

Madrid 8 febbraio 2023

La Fondazione spagnola degli avvocati cristiani ha presentato una denuncia contro il presidente della Corte costituzionale, Cándido Conde-Pumpido, per un presunto reato di prevaricazione.

L’organizzazione di giuristi accusa il magistrato di non aver permesso l’astensione del magistrato Concepción Espejel nella deliberazione sulla legge sull’aborto. Espejel aveva chiesto di farsi da parte in quanto membro del CGPJ (Consiglio Generale della Magistratura), l’organo che ha redatto un rapporto sulla legge.

La Fondazione degli avvocati denuncia inoltre che Conde-Pumpido dovrebbe astenersi dal deliberare sull’aborto, dal momento che era il procuratore generale dello Stato al momento dell’approvazione della legge e si era già pronunciato a favore.

Gli Avvocati cristiani chiede alla Corte Suprema misure cautelari attraverso un procedimento penale per sospendere la sessione plenaria in cui si discute dell’aborto fino a quando la situazione non sarà chiarita.

Per la presidente degli Avvocati cristiani, Polonia Castellanos, “il deterioramento che sta subendo il nostro Stato di diritto è così allarmante che siamo costretti a chiedere alla Corte Suprema e alla Commissione europea di intervenire, perché c’è il serio rischio di diventare uno Stato fallito”.

Gli Avvocati cristiani ricordano che esiste una giurisprudenza europea che sostiene la sua posizione. La sentenza fa eco a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che afferma che “se esiste il rischio che il giudice sia di parte, l’obbligo del richiedente di sfidare il giudice è bilanciato dalla responsabilità del giudice di astenersi dal caso prima dell’inizio del processo”. Inoltre, in un’altra frase, afferma che “la giustizia non solo deve essere applicata, ma deve anche sembrare amministrata”. È in gioco la fiducia che i tribunali devono ispirare nei cittadini di una società democratica”.

Castellanos ricorda anche che “recentemente è stata la stessa Corte costituzionale a sospendere un voto al Senato perché si sarebbe fatto qualcosa di illegale nella riforma volta ad accelerare il suo rinnovo”.

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