Il ministro della cultura denunciato per aver sovvenzionato un film che cercava transgender di 5 anni

L'organizzazione degli avvocati afferma che "promuovere la transessualità ai minori di età inferiore a quella prevista dalla legge può essere un reato penale e quindi non può essere sovvenzionato".

La Fondazione spagnola degli Avvocati Cristiani ha presentato una denuncia alla Corte dei Conti contro il ministro della cultura, Miquel Iceta, per aver sovvenzionato con 800.000 euro un film che aveva come protagonisti i bambini transgender tra 5 e 9 anni.

“La mitad de Ana” (La metà di Ana), il primo lungometraggio dell’attrice Marta Nieto, ha ricevuto il massimo aiuto selettivo dall’Instituto della Cinematografía (ICAA).

L’organizzazione dei giuristi denuncia che “i responsabili del film hanno organizzato un casting in cui cercavano i bambini transessuali o non-binari tra 5 e 9 anni“.

Gli Avvocati Cristiani ricordano che “la cosiddetta Legge di transgender approvata dal Consiglio dei Ministri e attualmente in processo legislativo presso i Tribunali Generali, stabilisce un’età minima per cambiare il sesso di 12 anni”.

La Fondazione degli avvocati assicura che “la transessualità non può essere promossa nei minori dell’età legalmente richiesta e, pertanto, l’attività può incorrere in un reato che, oltre a poter essere perseguito legalmente, non può essere sovvenzionato”.

Per questo motivo, ha anche presentato una denuncia alla Procura della Repubblica contro la regista del film, Marta Nieto, e contro i responsabili dell’agenzia incaricata del casting, per aver trasmesso contenuti specificamente destinati a promuovere, incoraggiare o incitare all’autolesionismo i minori (art. 156 ter C.P.). Ricordano che questo reato è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Gli Avvocati Cristiani denunciano inoltre che “questo film non solo ha ricevuto gli 800.000 di euro dal ministero Iceta, ma anche che i diritti sono stati acquistati dalla TVE, per cui il film è stato finanziato interamente con denaro pubblico”.

La presidente degi Avvocati Cristiani, Polonia Castellanos, chiede il ritiro cautelativo del film e la revoca della sovvenzione. Lei sottolinea che “mentre il governo ci chiede di stringere la cinghia, spreca i nostri soldi per imporre la sua ideologia, distruggere le persone e dare la caccia ai nostri figli”.

Castellanos denuncia che “stiamo parlando dei bambini di 5 anni, che non hanno ancora l’uso della ragione, e ai quali viene chiesto di negare la biologia, di negare il loro sesso e, tra l’altro, di sottoporsi a trattamenti ormonali e interventi chirurgici quando non hanno nemmeno finito di svilupparsi”. “Noi, Avvocati Cristiani siamo per la persona e siamo contro questa ideologia e questi esperimenti che cercano di distruggere la persona, soprattutto i bambini. Insiste: “Rispettiamo la natura, rispettiamo la biologia e rispettiamo l’innocenza dei bambini.

L’organizzazione degli avvocati ha lanciato una raccolta di firme sul proprio sito web, che ha già raccolto il sostegno di 25.000 persone.

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